Lessico

agg. [sec. XIX; da minera]. Relativo alle miniere o ai minerali che se ne estraggono: giacimenti minerari; le risorse minerarie del mondo; diritto minerario, l'insieme delle norme e delle leggi che regolano l'uso e lo sfruttamento di miniere, cave e torbiere: i minerali del sottosuolo sono di proprietà dello Stato e lo sfruttamento delle miniere da parte dei privati è subordinato a un provvedimento dell'autorità amministrativa (concessione).

Industria mineraria: risorse e tecnologia

Dall'inizio del sec. XX un po' tutti i settori delle attività minerarie, materiali da costruzione, minerali metalliferi e non metalliferi, fonti di energia, hanno aumentato e diversificato la produzione. Rilevante dal punto di vista del valore è l'estrazione di oro, argento, pietre preziose e dei metalli rari (platino, iridio, tungsteno, tantalio, vanadio, ecc.). La domanda che alimenta l'attività estrattiva proviene anche dall'industria chimica che utilizza nitrati, sali potassici, fosfati naturali, zolfo. Il commercio minerario, che un tempo era limitato alle regioni confinanti, è divenuto una parte notevole degli scambi internazionali. Le caratteristiche del settore minerario, pur rimanendo ancora legate all'industria pesante, vanno rapidamente mutando: l'uso dei calcolatori si è esteso sia nell'ambito della coltivazione sia in quello della preparazione dei minerali. Ma anche nella fase della ricerca e della prospezione, nuovi metodi (foto a raggi infrarossi, rilievi effettuati con aerei o con satelliti artificiali tipo ERTS) si sono affiancati a quelli geochimici e ai rilevamenti geologici tradizionali. I mezzi tecnologici più progrediti permettono di diminuire i costi e rendono possibile lo sfruttamento di giacimenti in passato non economici. Sono ben avviati gli studi per lo sfruttamento dei sedimenti dei fondi oceanici mentre è già da tempo operante la coltivazione dei giacimenti delle piattaforme continentali. Ca. 2/3 della produzione mondiale di minerali provengono da scavi a cielo aperto, ma è probabile un'inversione di tendenza data la sempre crescente profondità a cui si è costretti a reperire nuovi giacimenti e la necessità di tutelare l'ambiente ed evitare gli inquinamenti. Spesso le risorse vengono sfruttate in modo accelerato, talora invece con parsimonia, secondo la convenienza economica ma più ancora per calcolo politico e strategico degli Stati e delle grandi imprese multinazionali. L'attività estrattiva è frequentemente nazionalizzata per poter assicurare un regolare approvvigionamento o per garantire il flusso delle esportazioni, essenziale per moltissimi Paesi. Gli Stati arabi del Golfo Persico, il Venezuela, la Libia, il Messico, la Bolivia, il Cile, la Zambia, la Repubblica Democratica del Congo e vari altri Paesi hanno nei prodotti minerari una fonte di importanza vitale nella bilancia dei pagamenti. Un'altra tipica caratteristica dell'attività mineraria risiede nell'alto grado di concentrazione in grandi imprese multinazionali, come avviene in campo petrolifero (caso classico quello delle “Sette Sorelle”), in quello del nichel (dove domina l'International Nickel of Canada), del rame (Kennecott Copper Co., Anaconda Mining Copper Co., ASARCO), dell'alluminio (Alcoa, Alcan). La mancanza di manodopera, la durezza del lavoro e la riconversione produttiva causano le principali difficoltà al settore minerario che, nonostante la sua importanza per quantità e valore dei prodotti, non assorbe una forte quota di popolazione attiva: dall'1 al 2% nei Paesi industrializzati e dal 3 al 5% nei Paesi in via di sviluppo.

Industria mineraria: distribuzione dei giacimenti nel mondo

Per il tipo di materiali estratti e l'antichità delle attività minerarie si distinguono: l'Europa, dove molte vecchie miniere sono ormai esaurite mentre restano importanti le riserve di carbone, ferro, bauxite. Scarsamente dotata di petrolio ma ben provvista di gas naturale (molto promettenti i ritrovamenti nel Mare del Nord), l'Europa deve affrontare i problemi della riconversione produttiva; l'America andina è, come l'Europa, una delle più antiche regioni minerarie del mondo, ma le materie prime estratte furono destinate all'esportazione senza che venisse promosso lo sviluppo industriale; la Russia ha negli Urali una delle regioni minerarie più antiche specie per l'estrazione del ferro. In Cina l'estrazione di carbone e ferro ha origini antichissime, ma è stata incrementata in tempi recenti con l'occupazione giapponese e quindi con la politica autarchica della Repubblica Popolare Cinese; nell'Africa centrale e australe lo sfruttamento delle ricchezze minerarie risale al sec. XIX e fornisce grandi quantità di oro, cobalto, cromo, rame, diamanti. Oltre agli Stati Uniti e al Canada, dove lo sfruttamento di carbone, ferro, rame, idrocarburi si è fatto intenso a partire dalla metà del sec. XIX, un altro grande Paese minerario è l'Australia. Lo Stato australiano deve la sua recente espansione economica alla ricchezza mineraria; ferro, bauxite, rame, oro sono presenti soprattutto nella parte meridionale, nell'Ovest e nel Nord. Di secondaria importanza le altre regioni; nell'Africa settentrionale e occidentale sembrano abbondanti petrolio e uranio; scarsamente fornite Asia meridionale e orientale. L'Italia, come è noto, è scarsamente dotata di risorse minerarie; esistono molti piccoli giacimenti sfruttati da epoche remote, ma solo il gas naturale raggiunge quantità notevoli. Nel quadro di un tentativo di rilancio dell'industria mineraria nazionale nel 1958 venne costituito l'EGAM (Ente Autonomo di Gestione per le Aziende Minerarie e Metallurgiche), ma la sua attività non diede i frutti sperati e, nel 1977, venne sciolto.

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