monotype

s. inglese [da mono-, mono-, e type, carattere tipografico] usato in italiano come sf. Macchina per composizione a caratteri mobili, inventata dall'americano T. Lanston nel 1887. Diffusasi in tutto il mondo all'inizio del sec. XX, essa è stata impiegata nell'industria tipografica per oltre mezzo secolo, affiancata in seguito dalla linotype, e ormai superata dalle moderne tecnologie di fotocomposizione. La monotype è costituita da due apparecchiature distinte e separate azionate elettricamente: la tastiera e la fonditrice. La tastiera è formata da due sezioni che comprendono i caratteri di sette alfabeti (tondo, corsivo, neretto, sia maiuscolo sia minuscolo, maiuscoletto, segni ortografici e d'interpunzione); superiormente vi sono i tasti per la giustificazione delle linee; in basso vi è un tasto per ogni bianco necessario alla spaziatura; altri tasti azionano i comandi relativi alle operazioni di ritorno e avanzamento del nastro, ecc. Battendo sui tasti l'operatore determina la perforazione in codice di un nastro di carta: per ogni carattere e spazio battuto il nastro avanza automaticamente e contemporaneamente, attraverso particolari meccanismi, viene registrata la larghezza di ogni carattere e spazio in unità monotype (generalmente pari a 1/18 di punto tipografico inglese). Giunto a fine linea, l'operatore legge su un tamburo di giustificazione quali tasti deve premere per ottenere le perforazioni che faranno sì che gli spazi fra le parole vengano aumentati (in sede di fusione) di quel valore che permetterà alla linea di venir giustificata. La fonditrice è costituita da un telaio metallico che porta l'apparato di fusione della lega tipografica, il telaio portamatrici, una pompa per l'iniezione della lega nella forma, un cilindro dotato di fori sul quale scorre il nastro perforato, un dispositivo pneumatico collegato al cilindro (lettore); altri meccanismi provvedono allo spostamento del telaio portamatrici, allo spostamento della riga composta sul vantaggio, ecc. Le matrici sono blocchetti in bronzo fosforoso portanti inciso ciascuno un segno: sono disposte sul telaio in 16 file e 17 colonne (ogni fila comprende 17 matrici relative a caratteri dello stesso spessore); le lettere della composizione vengono colate singolarmente, una dopo l'altra, così come indicato dal codice perforato sul nastro. Una volta inserito il nastro perforato sul cilindro forato, entra in azione un lettore pneumatico, dispositivo che invia aria compressa nel cilindro; le perforazioni che verranno “lette” per prime sono quelle relative alla giustificazione delle singole linee, per cui la macchina si predispone per quella determinata lunghezza delle linee di caratteri da comporre. Passando attraverso i fori del nastro, l'aria compressa aziona due pistoni che bloccano il telaio porta-matrici, messo in movimento dal lettore stesso, all'altezza del carattere indicato dalla perforazione; il telaio, infatti, scorre su una slitta che a sua volta scorre ortogonalmente al telaio; le perforazioni del nastro determinano i due movimenti in modo da portare la singola matrice in posizione sulla forma di fusione; la fusione del carattere avviene dopo l'abbassamento del telaio sulla forma quando il pistone della pompa d'iniezione spinge la lega fusa entro la forma stessa. Avvenuta la fusione, il carattere si raffredda e viene spostato accanto a quelli già fusi in un'apposita scanalatura: terminata una linea, questa viene trasportata automaticamente sul vantaggio. La velocità di produzione della fonditrice è, nei corpi piccoli, di tre caratteri al secondo (10.800 all'ora).

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