muckrakers

s. angloamericano (propr. rastrellatori di scandali) usato in italiano come sm. pl. Così il presidente statunitense Theodore Roosevelt nel 1906 volle bollare un gruppo di scrittori e di giornalisti che a cominciare dalla fine del secolo scorso si erano dedicati a inchieste e denunce all'opinione pubblica, con libri e articoli giornalistici, dei mali di cui soffriva la società americana: corruzione politica ed economica, prostituzione, delinquenza minorile, slums, come conseguenza della sete di ricchezza basata sullo sfruttamento. Dal 1902 al 1906 furono pubblicate le denunce più coraggiose: Ch. E. Russell, The Greatest Trust in the World (Il più grande trust del mondo), The Uprising of the Many (La ribellione dei tanti), Ida M. Tarbell, History of the Standard Oil Company; L. Steffens, The Shame of the Cities (La vergogna delle città); D. Graham Phillips, Treason of the Senate, mentre l'opera più famosa rimane The Jungle (La giungla) di U. Sinclair sul tema delle inumane condizioni di lavoro nei mattatoi di Chicago. Il movimento dei muckrakers andò esaurendosi intorno al 1912 non senza però aver ottenuto dallo stesso Roosevelt una serie di riforme volte a moralizzare la vita pubblica.

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