mutatóre

Indice

Lessico

sm. (f.-trice) [sec. XIII; da mutare].

1) Chi muta, chi opera una mutazione.

2) Dispositivo raddrizzatore atto alla conversione di tensione alternata in continua, basato sulla conduzione unidirezionale di vapori di mercurio a bassa pressione. "Per gli schemi del mutatore vedi il lemma del 13° volume." "I disegni schematici relativi al mutatore sono a pag. 295 del 15° volume."

Elettrotecnica

Dispositivo costituito essenzialmente da un'ampolla di vetro (per potenze relativamente basse) o da una cassa metallica (per potenze alte, che possono arrivare a qualche migliaio di kilowatt) entro cui è praticato il vuoto. Nella parte inferiore dell'ampolla si trova un pozzetto contenente mercurio (catodo) che, riscaldato dal passaggio di corrente, emette elettroni; nella parte superiore sono disposti uno o più elettrodi (anodi) che attraggono gli elettroni quando sono a potenziale positivo rispetto al mercurio, li respingono quando sono a potenziale negativo. Si ha quindi passaggio di corrente in un anodo solo quando il potenziale di quest'ultimo è positivo rispetto a quello del catodo. L'innesco del mutatore è assicurato da un circuito nel quale viene fatta circolare una corrente che permette di dare inizio all'emissione di elettroni da parte del mercurio. I mutatori monofasi sono provvisti generalmente di due anodi per consentire l'utilizzazione di entrambe le semionde di tensione. Generalmente vengono usati mutatori polifasi, a sei o dodici anodi, che permettono di ottenere una tensione praticamente continua; inoltre in molti mutatori è presente una griglia di controllo della tensione in uscita. Un tipo particolare di mutatore, a un solo anodo, è l'ignitron. Il mutatore ha sostituito totalmente le convertitrici rotanti in trazione elettrica e negli azionamenti industriali a corrente continua ma tende a essere superato dai raddrizzatori statici.

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