negazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; da negare].

1) Azione del negare; espressione con cui si formula un giudizio di opposizione o di rifiuto. In particolare, in grammatica, la negazione può essere espressa con un avverbio (no, non), una congiunzione (), un pronome (nessuno, nulla, niente), un prefisso (a-politico, dis-attento, in-fedele, s-vantaggio). In latino due negazioni costituiscono un'affermazione, in quanto l'una nega l'altra.In psicologia, delirio di negazione, stato delirante consistente nel negare l'esistenza di qualsiasi cosa, compreso il proprio corpo. Si accompagna a volte a idee di eternità e di immortalità e si può riscontrare negli stati depressivi. In psicanalisi, meccanismo di difesa psicologico messo in atto dall'io contro proprie pulsioni o desideri che pur entrando nella coscienza del soggetto durante il trattamento psicoanalitico, e quindi espressi verbalmente, non vengono riconosciuti come appartenenti a sé.

2) Ciò che è o appare contrario ai principi cui dovrebbe ispirarsi: un governo che è la negazioni della libertà.

3) In informatica, sinonimo di istruzione NOT; negazioni di alternativa, sinonimo di istruzione NAND.

4) In logica matematica, connettivo monoargomentale del calcolo degli enunciati, il cui simbolo è dato da “¬” o da “~ ”o da una linea posta sopra ciò che viene negato e che si legge “non” oppure “non è vero che”. Per esempio “¬À” si legge “non A” oppure “non è vero che A”. La sua tavola di verità dà il valore vero quando A è falso e falso quando A è vero. In genere viene assunto come simbolo primitivo nei vari sistemi assiomatici.

Filosofia

Atto con il quale si dichiara falsa una data affermazione. Non si può concepire negazioni senza il concetto concomitante di affermazione: non si può, infatti, negare che una cosa esiste se non si ha il concetto dell'esistenza di ciò che si vuole negare. Di grande rilievo anche l'uso mistico e metafisico del termine: così Spinoza identifica la negazioni con la determinazione del finito in quanto tale; e così Hegel sostiene che lo spirito si afferma nella tesi, si nega nell'antitesi e nega infine la negazioni nella sintesi. In modo analogo, Marx sostiene che la produzione capitalistica genera la sua negazioni, incrementando la forza antagonistica che finirà con il rovesciarla.

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