neoliberismo

sm. [neo-+liberismo]. Dottrina formulata da un gruppo di economisti che, negli anni fra le due guerre, ha teorizzato il ritorno a un'economia di mercato opponendosi a ogni intervento dello Stato che non fosse di protezione al sistema concorrenziale. La difesa del laissez-faire operata dai neoliberisti si appellava ora alla tutela delle fondamentali libertà umane (von Hayek), ora alla razionalità del “calcolo economico” insita nel meccanismo dei prezzi (von Mises), ora all'esigenza di permettere la libera azione delle élite assicurando in tal modo lo sviluppo del sistema (Baudin). Dopo Keynes il neoliberismo si è modificato in senso più interventista: il sistema di mercato, si ammette, non è più in grado di assicurare automaticamente l'equilibrio generale e, in particolare, non è più in grado di evitare le fluttuazioni economiche. Pertanto, pur nel rispetto della libertà di concorrenza, si accetta l'intervento statale nel sistema della distribuzione dei redditi, la politica economica antinflazionistica, la tutela della piena occupazione, perfino la nazionalizzazione dei beni di interesse collettivo.

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