nichelatura

sf. [sec. XIX; da nichelare]. Processo con cui si realizza un rivestimento protettivo in nichel su materiali metallici e non metallici per preservarli dalla corrosione o per motivi estetici. Lo strato di nichel, di spessore compreso tra alcuni micron e decine di micron, viene realizzato per deposizione elettrochimica in bagni che generalmente contengono quantità variabili di solfato di nichel, cloruro di nichel o di ammonio, acido borico ed eventualmente sostanze organiche brillantanti, alla temperatura di 50÷60 ºC, a pH=4÷5,5, e con densità di corrente di 100÷600 A/m². L'acido borico manifesta un'azione tampone nel film catodico, impedendo che un innalzamento locale del pH provochi la formazione di nichelatura di colore bruno e poco compatte e aderenti. Negli impianti di notevoli dimensioni si applica frequentemente la nichelatura rapida, che assicura in poche decine di minuti la formazione di una nichelatura abbastanza spessa: in questo caso si lavora con bagni molto concentrati, riscaldati e sottoposti ad agitazione in modo da compensare il rapido impoverimento in nichel che le alte densità di corrente applicate tendono a provocare nello straterello di soluzione a contatto con gli oggetti da nichelare. È possibile realizzare un deposito elettrolitico di nichel anche senza l'utilizzazione di una f.e.m. esterna, per spostamento dello ione Ni2+ da opportune soluzioni. La nichelatura di superfici metalliche può essere ottenuta anche per via termica, utilizzando una soluzione liquida di ossidi di nichel e fosfati di ammonio per ricoprire i pezzi da trattare (processo Niphos); dopo l'essiccazione all'aria, si riscalda il particolare in forno in atmosfera controllata di idrogeno a ca. 900 ºC. Le reazioni che avvengono permettono la diffusione del nichel nel metallo base per spessore fino a ca. 1 mm.

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