oìdio

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sm. [sec. XIX; dal latino scientifico oidium, tratto dal greco ō(i)ón, uovo].

1) In botanica, spora di propagazione dei Funghi, detta anche oidiospora, che si forma per frammentazione di un'ifa nelle cellule che la costituiscono. Con il medesimo nome si chiamano anche impropriamente i conidi di varie specie della famiglia Erisifacee, un tempo ritenuti effettivamente oidi.

2) In agraria, il termine designa varie malattie delle piante superiori, dette anche mal bianco e nebbia, dovute a numerose specie di funghi parassiti della famiglia Erysifaceae. Di particolare importanza è l'oidio della vite, detto anche crittogama della vite, provocato in tale pianta dall'Uncinula necator (forma conidica Oidium tuckeri), che si sviluppa su tutte le parti verdi del vegetale (foglie, germogli e grappoli) provocando l'ingiallimento e la caduta delle foglie, la cascola dei frutti colpiti nello stadio giovanile o, in quelli già adulti, la spaccatura, il disseccamento o la marcescenza degli acini. L'infezione si combatte con solforazioni ripetute alla germogliazione, alla fioritura e a un certo stadio dello sviluppo dei frutti. L'oidio della rosa e del pesco è causato dal fungo Sphaerotheca pannosa (=Oidium leucoconium); l'oidio della quercia è provocato dalla Microsphaera alphitoides (= Microsphaera quercina), che oltre a varie specie di querce attacca il faggio e il castagno.

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