agg. [sec. XVIII; dal latino scientifico officinālis, propr. di officina nel senso 3]. Farmaceutico; destinato a scopi farmaceutici: piante officinali, piante utilizzabili in campo terapeutico per il contenuto in sostanze medicamentose (principi attivi).

Cenni storici

L'uso di sostanze vegetali per scopi terapeutici ha origini antichissime, fin da quando l'uomo, ai primordi della sua esistenza, rivolgendosi alle piante nella quotidiana ricerca di cibo imparava a distinguere, oltre a quelle alimentari, quelle capaci di un'azione benefica sul suo organismo da quelle che, al contrario, provocano disturbi più o meno gravi e anche la morte. A questo si deve la distinzione fra piante officinali e piante velenose con cui per tutta l'antichità si classificarono i vegetali, distinzione che solo l'analisi chimica moderna ha superato, dimostrando che anche molti principi tossici possono essere usati vantaggiosamente in terapia. Tale concezione delle piante officinali, comunque, permette di distinguere nell'evoluzione della conoscenza umana a tale riguardo due periodi, il primo dei quali va dalle origini al sec. XIX e il secondo dalla metà del sec. XIX ai nostri giorni: nel primo infatti lo sfruttamento delle droghe avveniva senza che fossero noti i principi attivi in esse contenuti, mentre nel secondo l'impiego dei farmaci è appunto basato su tale conoscenza. Questo naturalmente ha portato ad abbandonare l'uso di un gran numero di droghe, risultate più o meno tossiche o inefficaci; molti principi attivi, d'altra parte, prima ricavati dalle piante, oggi si ottengono anche per via sintetica, per cui in generale il numero delle piante che conservano interesse farmaceutico è molto ridotto.

Utilizzazione e coltivazione

L'utilizzazione delle sostanze vegetali in terapia è in continua evoluzione e riveste tuttora enorme interesse: specie usate in passato e poi abbandonate sono state in seguito utilizzate per nuove applicazioni, mentre di altre si sono individuate le relative proprietà terapeutiche solo di recente; a tale proposito è anche da notare che, mentre nel passato le piante di interesse medico erano in gran parte costituite da fanerogame, attualmente si utilizzano in farmacologia anche molte specie inferiori, dalle quali sono stati ottenuti farmaci anche di grande importanza, primi fra tutti gli antibiotici. Le piante officinali possono essere sia erbacee sia legnose; molte di esse crescono spontanee e la loro raccolta basta da sola a sopperire alle richieste; di altre invece la raccolta degli esemplari allo stato selvatico non è sufficiente al consumo, per cui se ne rende indispensabile la coltivazione. L'epoca di raccolta delle parti vegetali utilizzate in farmacia, che corrisponde a quello in cui in tali parti si ha la maggior concentrazione dei principi medicamentosi (tempo balsamico), varia secondo la specie e le parti medesime: gli organi sotterranei (radici, rizomi, bulbi, tuberi) di norma si raccolgono in autunno o all'inizio della primavera, prima della germogliazione; le foglie, prima della fioritura; le cortecce, in primavera, quando le foglie sono già completamente formate; i fiori e le sommità fiorite all'inizio dell'antesi o a fioritura avanzata; frutti e semi, a completa maturità. La coltivazione delle piante officinali richiede alcuni accorgimenti particolari, soprattutto relativi alla concimazione: in varie specie infatti la somministrazione alle piante di azoto favorisce il loro sviluppo omogeneo, mentre in altre quella di fosforo stimola maggiormente la crescita dei semi, per cui la scelta del fertilizzante da impiegare va fatta tenendo conto delle parti utili. Al contrario che in Italia, dove è assai limitata, la coltivazione delle piante officinali è assai diffusa in vari Paesi, e specialmente in Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti, ecc. Fra le specie officinali di maggiore interesse le più importanti sono: aconito, aloe, altea, anice, arnica, assenzio, belladonna, boldo, camomilla, cascara sagrada, china, coca, cola, digitale, dulcamara, eucalipto, finocchio, genziana, ginepro, giusquiamo, lauroceraso, liquirizia, malva, menta, papavero da oppio, rabarbaro, ricino, salvia, sena, senape indiana, senape nera, stramonio, strofanto, timo, uvaursina, valeriana, ecc.

Bibliografia

A. F. Hill, Economic Botany, New York, 1952; V. Chiappini, Flora alpina medicinale illustrata, Rovereto, 1954; O. Ceruti, Piante medicinali, Torino, 1957; G. Lodi, Piante officinali italiane, Bologna, 1957; G. Negri, Nuovo erbario figurato, Milano, 1964; A. L. Scardavi, Atlante iconografico delle piante officinali, Milano, 1972; L. Anisano Morasso, A. Ronchi Gatta, Curarsi con i fiori, Milano, 1992.

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