olivo o ulivo

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sm. [sec. XIV; da oliva]. Nome comune usato per indicare Olea europaea, varietà sativa della famiglia Oleacee originaria dell'Asia Minore e attualmente coltivata in tutti i Paesi del bacino mediterraneo e anche in America (California).

Botanica

È un albero molto longevo (può vivere parecchi secoli), caratterizzato da un'accentuata lentezza nello sviluppo e nell'entrata in fase di produzione (10-12 anni). Ha tronco irregolare, contorto, che presenta alla base delle caratteristiche escrescenze (ovuli); l'apparato radicale è costituito da radici avventizie più o meno oblique nel terreno e relativamente superficiali (raramente raggiungono gli 80-100 cm di profondità). Le foglie sono lanceolate e rimangono sulla pianta fino a 1 o 2 anni; le gemme possono essere fiorifere, fogliari o miste; i fiori (mignoli) sono ermafroditi, riuniti in infiorescenze a grappoli (migne o mignole); solo una piccola parte di essi dà origine ai frutti, a causa dell'elevata cascola. Il frutto (oliva) è una drupa con buccia dapprima verde, e a maturità nera , rossiccia, ecc., secondo la cultivar, cambiamento di colore che prende il nome di invaiatura. Il mesocarpo (la polpa) è ricco di olio, che si ricava per spremitura.

Agricoltura

La produzione dei frutti ha la tendenza a essere alterna: generalmente a un anno con abbondante produzione (di carica) succede un anno con scarsa produzione (di scarica). Tipica pianta mediterranea, l'olivo vuole clima mite senza eccessivi sbalzi di temperatura. Resiste molto bene alla siccità (ha un apparato radicale molto esteso) e non è particolarmente esigente per quanto riguarda il terreno; tuttavia mal si adatta a terreni non permeabili o con scarsa capacità idrica. Si riproduce agamicamente per ovuli, talee e polloni, mentre per via sessuata la moltiplicazione avviene per seme: la semina si fa in primavera-estate in semenzaio; dopo 1-2 anni si trapiantano le giovani piantine in vivaio dove si innestano; a 6-7 anni di età le piantine vengono poste a dimora, in terreno opportunamente sottoposto a scasso e concimato, a distanze che variano da 7×7 a 8×8 m, o anche superiori, fino a 12×12 m. Dove la disponibilità idrica lo consente, si possono consociare all'olivo altre piante erbacee (frumento, trifoglio, fava, lupino, ecc.) o arboree (vite, fico, ecc.). L'olivo viene normalmente allevato a vaso, a globo e a forma libera (recentemente anche a palmetta). Le operazioni colturali più comuni sono la potatura, la concimazione, le lavorazioni superficiali, l'irrigazione e la slupatura. Le varie cultivar vengono classificate generalmente in cultivar di olive da olio e cultivar di olive da tavola. Alla raccolta (fine novembre-primi di gennaio), attuata con diversi sistemi (raccattatura, scrollatura dei rami, bacchiatura, brucatura o raccolta a mano), si ha una produzione molto varia: da 4-5 kg a 60-70 kg di olive per pianta. La resa in olio dei frutti oscilla, mediamente, dal 15 al 30% (vedi olio; oleario). Tra le principali avversità dell'olivo vanno ricordate le basse temperature così come gli sbalzi di temperatura, numerosi parassiti vegetali causa di diverse malattie (rogna o tubercolosi, occhio di pavone, carie, ecc.) e molti parassiti animali, tra cui la mosca dell'olivo, causa di ingenti danni.

Simbologia

Simbolo della pace sulla base del passo biblico di Genesi, 8,11, e tuttora presente nella liturgia della domenica delle palme, l'olivo è pianta sacra anche per altre civiltà. In Grecia, un mito narrava che esso era un dono di Atena; le corone dei vincitori delle gare olimpiche erano fatte di un ramo di olivo; nel corso delle feste Pianepsie ad Atene si portavano in processione dei rami o corone di olivo. Alla pianta venivano attribuiti poteri fecondanti: da ciò la fabbricazione in legno di olivo delle statue di Damia e Auxesia (spiriti connessi alla fertilità della terra) a Trezene; a Roma venivano spesso usati rami di olivo nelle cerimonie di purificazione.

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