ornitorinco

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Zoologia

sm. (pl. -chi) [sec. XIX; da ornito-+greco rhýnchos, grugno]. Mammifero (Ornithorhynchus anatinus) della famiglia Ornitorinchidi, rappresentata da questa sola specie, dell'ordine Monotremi; è tipico dell'Australia e della Tasmania. Al pari dell'echidna ha caratteri di grande primitività. Lungo sino a 60 cm, ha testa piccola con muso prominente, formante una sorta di becco largo e piatto, rivestito di tessuti teneri e provvisto di speciali lamelle cornee atte a trattenere il cibo. L'ornitorinco infatti possiede solo rudimenti degli embrioni dentari. Ha gli occhi piccoli e manca del padiglione auricolare; ha tronco appiattito, munito di coda larga e depressa, lunga ca. 15 cm. Gli arti, corti, hanno estremità a 5 dita con unghie e palmate, in relazione ai costumi acquatici; gli arti anteriori sono pure atti allo scavo; il maschio porta sul piede uno sprone collegato a una ghiandola velenifera. La pelliccia è molto morbida, di color bruno-nerastra, grigiastra inferiormente. L'ornitorinco era divenuto assai raro a seguito della caccia per la pelliccia, ma da tempo è rigidamente protetto. In cattività l'ornitorinco può vivere oltre dieci anni. Negli zoo è allevato con grande difficoltà e si tiene in reparti appositi detti “platipusari”: l'ornitorinco è infatti anche chiamato platipo.

Etologia

Animale globalmente ben adattato alla vita acquatica, l'ornitorinco trascorre in acqua meno del dieci per cento del suo tempo, trascorrendo il resto nella tana. Questa è un cunicolo più o meno orizzontale scavato sulla riva di un fiume o di un lago e dotato di alcune entrate, gallerie di accesso e di una camera finale. Le entrate si trovano di solito a uno o due metri sul livello dell'acqua e la galleria presenta numerose curve e si svolge per parecchi metri (anche oltre venticinque). Ogni tana ospita in genere una coppia (talvolta un individuo solo), che vi trascorre le ore diurne più calde e la notte, abbandonandola normalmente verso il tramonto e l'alba. I costumi crepuscolari dell'ornitorinco sono dovuti probabilmente a problemi di termoregolazione e non a necessità protettive nei confronti di predatori; infatti solo occasionalmente qualche ornitorinco viene ucciso dai grandi serpenti o dai varani. Le volpi, recentemente introdotte in Australia, rappresentano probabilmente il pericolo maggiore, mentre i conigli europei, pure introdotti, possono danneggiare gravemente le tane degli ornitorinchi scavando essi stessi tane profonde e numerose. In acqua l'ornitorinco nuota ottimamente con le zampe anteriori, la cui palmatura, ampia ed estesa oltre l'estremità delle dita, a terra viene ripiegata sotto il piede, permettendo all'animale di arrampicarsi più agevolmente sulle sponde ripide, con l'aiuto delle unghie, che restano esposte, o di scavare. In acqua, sul fondo, l'ornitorinco cattura piccoli animali, come crostacei, vermi, molluschi, larve d'insetti, ecc., che scova per mezzo delle numerosissime terminazioni sensitive che bordano il “becco” restando in immersione per alcuni minuti consecutivi; sott'acqua la vista non viene usata, dato che gli occhi, unitamente al condotto uditivo, vengono ricoperti da un'apposita piega della pelle. Insieme alle prede l'ornitorinco raccoglie e immagazzina nelle tasche guanciali anche ghiaia e sabbia; sebbene questo possa essere la conseguenza del sistema poco selettivo di raccolta del cibo, tuttavia è probabile che la ghiaia e la sabbia aiutino anche l'animale a triturare l'alimento, dato che le lamelle cornee che bordano la bocca dell'ornitorinco sono più adatte a filtrare che a frantumare; l'ingestione, comunque, ha luogo in superficie o sulla riva. Nella buona stagione avvengono il corteggiamento, durante il quale la coppia nuota in cerchio, il maschio dietro la femmina e afferrandole la coda con la bocca, e l'accoppiamento, che ha luogo pure in acqua. Durante la gestazione la femmina si isola e scava una nuova tana, anche questa lunga parecchi metri, la cui camera finale viene riempita di materiali morbidi, in genere foglie. L'unico condotto di accesso viene ostruito in più punti dalla femmina con terra ben pressata, ogni volta che essa entra o esce; la camera finale resta così a temperatura relativamente stabile ed è protetta da inquilini o predatori e, parzialmente, da allagamenti. Nella lettiera di foglie la femmina depone, dopo ca. 15 giorni di gestazione, da uno a tre uova dal guscio molle, che riscalda col proprio corpo per 7-10 giorni, fino alla schiusa. I neonati, ciechi e privi di peli, trascorrono un periodo di tempo relativamente lungo nella tana. Qui la madre li accudisce e li nutre, inducendoli a succhiare i ciuffetti di peli che bordano lo sbocco delle ghiandole mammarie. All'età di un mese e mezzo essi camminano nella tana e a ca. quattro mesi, ormai interamente ricoperti di pelo, seguono la madre in acqua e presto incominciano a raccogliere il cibo per proprio conto. La maturità sessuale viene raggiunta intorno al trentesimo mese di età.

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