pèttine

Indice

Lessico

sm. [sec. XIII; latino pecten-ínis, da pectĕre, pettinare].

1) Arnese di osso, tartaruga, avorio, materiale plastico o altro, costituito da una serie di sottili denti paralleli più o meno fitti e lunghi fissati a una costola, che si usa per ravviare e acconciare i capelli o anche per riordinare e ripulire il pelo di un animale o una massa lanosa: la dentatura del pettine, l'insieme dei denti; pettine fitto, con due file opposte di dentelli assai ravvicinati, usato specialmente per la pulizia dei capelli. Proverbio: “Tutti i nodi vengono al pettine”, prima o poi le mancanze vengono scoperte, gli ostacoli vanno affrontati e simili.

2) Arnese di forma simile, con denti più radi, ma più grossi e lunghi, per fermare i capelli acconciati (detto più propr. pettine da testa).

3) Nell'industria tessile, organo costituito sostanzialmente da una fitta serie di lamelle metalliche che assume forma diversa secondo che faccia parte di una pettinatrice o di un telaio per tessitura. Nel primo caso ha forma circolare oppure rettilinea e serve ad asportare le fibre corte; nel secondo caso ha forma di telaio di lunghezza maggiore del tessuto da ottenere, serve a serrare le trame e viene montato sulla cassa battente.

4) In zoologia: A) ciascuna delle due appendici sensorie proprie del secondo segmento dell'opistosoma degli scorpioni. Ciascun pettine è formato da tre serie di piastre chitinose che prendono origine presso la linea mediana ventrale e si spingono lateralmente, costituendo un asse sul cui bordo posteriore si impiantano numerosi elementi allungati (da cui la somiglianza con l'oggetto dal quale l'organo prende nome). Durante la locomozione i pettini sono tenuti divaricati e a contatto col substrato. Pur avendo funzione certamente sensoria, data l'abbondanza di cellule di questo tipo sui dentelli, ed essendo legati alla deposizione delle spermatofore (che non vengono emesse dagli scorpioni privati di queste appendici), il complesso delle loro funzioni non è ben noto. B) Formazione di natura vascolare che si trova sul fondo oculare dei Rettili e degli Uccelli e che concorre al processo di accomodamento; nei Rettili è formato da un sollevamento della coroide.

5) Per estensione, qualunque oggetto, struttura o formazione che ricordi più o meno la forma dell'arnese: il pettine della chiave, la parte dentata (mappa); a pettine, si dice di una serie di oggetti disposti parallelamente l'uno all'altro e perpendicolarmente a una base di riferimento: parcheggiare le automobili a pettine. Più in particolare: A) nelle gondole veneziane, motivo ornamentale della prua a forma di pettine verticale con sei grossi denti simboleggianti i sestieri della città. B) Traversa metallica che, con due asticciole che si infilano nei fori (mastre dell'albero) di alcune imbarcazioni, serve a tenere l'albero fermo, quando viene messo in posto. C) Nello sci, serie di cinque porte consecutive nello slalom.

Arte

I più antichi pettini sinora conosciuti, in osso, sono dell'inizio del Neolitico e forse non erano destinati a ravviare i capelli ma a decorare la ceramica o ad altri usi. Compaiono poi pettini da capelli in legno, osso, avorio; la protostoria italica ne ha restituiti anche in corno e in bronzo. Quelli d'età micenea sono soprattutto d'avorio, mentre del periodo orientalizzante, sia in Grecia sia in Etruria, se ne conoscono anche d'osso e d'oro: eccezionale il pettine d'avorio riccamente ornato da una tomba di Marsiliana d'Albegna (sec. VII a. C.). In età greca e romana i pettini sono di forme più svariate (con astuccio, a doppia fila di denti, triangolari, ecc.) e ornati anche con scene figurate. Nell'alto Medioevo fu in uso il pettine liturgico, adoperato dal sacerdote prima di andare all'altare, in avorio intagliato e talvolta adorno di metalli preziosi e gemme. Celebri esemplari sono il pettine di Teodolinda (sec. VI, duomo di Monza), in osso, argento e pietre preziose, e quello di San Gozzellino vescovo di Toul (sec. X, cattedrale di Nancy). In epoca gotica comparvero i pettini con figurazioni profane, scene di cavalleria o di amore cortese, come mostrano i due esemplari del Museo Nazionale del Bargello a Firenze. Del sec. XVII sono i pettini di tartaruga e quelli d'argento con ricche incrostazioni.

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