pāli

agg. e sm. [dal sanscrito pāli, propr. linea, successione (dei testi canonici)]. Lingua indoaria della fase medioindiana, che presenta caratteri arcaici e poca omogeneità; ancora dibattuto è il problema della sua regione d'origine. In pāli è scritto il canone buddhistico denominato Tipiṭaka, la cui redazione si è conclusa verso l'80 a. C. Veicolo della diffusione del buddhismo in Indocina, il pāli è diventato la lingua religiosa e letteraria della Birmania, della Thailandia, dello Srī Lanka e ha influenzato sensibilmente anche il lessico delle lingue indigene di questi Paesi.

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