pagòda

Indice

Lessico

sf. (ant. pagòdo o pagòde, sm.) [sec. XVI; dal pracrito bhagodī, divino, tramite il portoghese pagode].

1) Monumento religioso per lo più associato al buddhismo. Per estensione, a pagoda, detto di elementi architettonici che richiamano tali edifici: tetto a pagoda, con spioventi dal profilo concavo.

2) Ant., figurina, statuetta di porcellana orientale.

3) Moneta indiana in oro emessa dal sec. XVII al XIX con valori vari, così detta dal tipo della pagoda o tempio indiano su di essa raffigurato. Le frazioni del mezzo e del quarto di pagoda furono coniate in argento.

Arte

Costruita in legno, in pietra e anche in ferro, la pagoda ha in genere forma di alta torre a uno o più piani e la sua unità base è costituita da un cubo provvisto di cornice con sistema di mensole . Di carattere commemorativo oppure destinata a funzione di reliquiario, la sua origine appare connessa allo stūpa indiano, da cui in parte sembra derivare l'elaborazione della sua struttura. Tuttavia, eccettuato l'uso del pilastro centrale e dei simbolici parasoli, la primitiva pagoda cinese in legno non presenta elementi di contatto tali da fissare con assolutezza la sua derivazione dallo stūpa; un esempio in questo senso è offerto dalla pagoda cinese del sec. VI del Ssumên-t'a (t'a=pagoda) di Shên-t'ung-ssu (Shantung). Sull'intricata genesi della pagoda viene da più parti indicato come modello d'origine il tipo di torre a più piani dell'architettura kuṣāṇa di cui il primo e più popolare esempio allora noto può ritenersi la torre di Kaniṣka a Peshawar (sec. II) a 13 piani, quale fu la versione vista dai Cinesi nel sec. VI. Questo lontano esempio si collegava benissimo a forme consuete dell'architettura cinese fin dall'epoca Han, che aveva adottato la struttura della torre (lou) nel contesto frontale degli edifici, come parti laterali con funzione di torri di osservazione . L'isolamento e la concezione della torre come struttura autonoma, sia pure su suggerimento dei modelli kuṣāṇa, appare, nel processo evolutivo della pagoda, ipotesi quanto mai plausibile: edifici a torre erano abbastanza diffusi nell'area del Turkestan cinese e nei centri dell'Asia centrale (Turfan). Le tappe fondamentali dello sviluppo della pagoda cinese (i cui prototipi lignei sono documentati ora soltanto nell'architettura giapponese) si attuarono durante l'epoca delle Sei Dinastie (sec. III-IV) con il precisarsi dello stile architettonico del tempio buddhistico. Tra il sec. IV e il sec. VI la pagoda moltiplicò i suoi piani da tre a nove. In epoca T'ang furono apportati vari mutamenti: accanto alle pagode a pianta quadrangolare furono di moda quelle a pianta poligonale; il materiale di costruzione non fu più il legno, adottato e conservatosi soltanto in Giappone , ma la muratura, anche se portata palesemente a imitare gli esempi lignei; fu introdotto l'uso delle pagode in coppia fiancheggianti l'asse su cui sorgeva il santuario principale del tempio; si affinarono le tecniche di costruzione, specie per quanto riguarda il sistema delle mensole su cui poggiavano gli spioventi del tetto. A maggiore perfezione tecnica giunse l'architettura cinese dell'epoca Sung, durante la quale furono costruite pagode ottagonali di 11-13 piani, ognuno segnato da un proprio tetto abbellito da mattonelle smaltate. Accanto alle pagode in mattoni vennero di moda quelle in ferro (un esempio in questo senso esiste a Chi-ning, nello Shantung).

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