pallanuòto

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Tecnica e regole

(anche palla a nuòto), sf. [sec. XX; palla (1)+nuoto]. Sport praticato in acqua da due squadre il cui scopo è quello di far finire la palla nella rete avversaria. Il campo di gioco è uno specchio d'acqua "Per lo schema del campo di gioco vedi a pagina 378 del XVI volume." dalle dimensioni che variano da 30 x 20 m a 20 x 8 m (nelle gare femminili i valori massimi sono 27 x 17 m) e la cui profondità deve essere di almeno 1,80 m. È delimitato da funi (dette correnti) con galleggianti e diviso da linee ideali (rese percettibili lungo i lati maggiori del campo con segnali dai vivaci colori) che indicano i 2 m, i 4 m e la metà campo. In mezzo ai due lati minori ci sono due porte galleggianti, con rete, larghe 3 m e alte 90 cm dal pelo dell'acqua. "Per lo schema del campo di gioco vedi il lemma del 14° volume." Il pallone, liscio e perfettamente impermeabile, deve avere una circonferenza di 68-71 cm e un peso di 400-450 g. Le squadre, composte di sette giocatori ciascuna più quattro riserve, si riconoscono in acqua per le calottine di tela di diverso colore. La gara ha una durata di ventotto minuti di gioco effettivo, suddivisi in quattro tempi di sette minuti con intervalli di due minuti, durante i quali i giocatori non possono né uscir fuori dall'acqua né sostenersi ai bordi o alle funi del campo. Gli eventuali tempi supplementari iniziano dopo cinque minuti di riposo e durano tre minuti ciascuno con un intervallo di un minuto. A ogni tempo le squadre invertono le posizioni in campo. Due arbitri dirigono la partita segnalando i propri interventi con un fischietto o con bandierine, coadiuvati da due giudici di porta e da un cronometrista. Le squadre, all'inizio di ogni tempo, si dispongono lungo le rispettive linee di porta e il pallone viene posto al centrocampo su un anello galleggiante che al segnale d'inizio viene fatto affondare: il nuotatore più veloce di ciascuna squadra cerca di impossessarsi della palla e di lanciarla ai compagni. Ciascuna squadra tenta di mandare la palla nella rete avversaria usando solamente le mani (una per volta); i portieri non possono superare la linea dei 4 m e lanciare il pallone oltre la linea dei 4 m avversari. I falli commessi sia fuori sia sotto il pelo dell'acqua vengono distinti in ordinari, puniti con l'assegnazione all'avversario di un tiro di punizione, e in maggiori, che comportano l'assegnazione di un fallo personale al giocatore responsabile e la sua espulsione momentanea, nonché l'assegnazione di un tiro di punizione o, eventualmente, di rigore. Tre falli personali comportano l'espulsione definitiva del giocatore, che comunque può essere sostituito. I giocatori temporaneamente espulsi rientrano allo scadere del tempo di penalità (45 secondi) o prima, se nel frattempo la squadra avversaria ha segnato un punto.

Storia

La pallanuoto ha avuto origine in Inghilterra intorno al 1850 dove con i nomi di acquatic handball, di football in the water e di water-polo furono proposte varie versioni. Nel 1877 fu stilato il primo regolamento. In Italia la pallanuoto, regolamentata dalla FIN (Federazione Italiana Nuoto), si affermò all'inizio del sec. XX e il primo campionato nazionale si svolse nel 1912. La pallanuoto è stata ammessa alle Olimpiadi nel 1900. La squadra italiana maschile ha ottenuto i suoi maggiori successi vincendo il titolo olimpico nel 1992 e quello mondiale nel 1978 e nel 1994. Quella femminile ha vinto il titolo mondiale nel 1998, il titolo continentale nel 1995, 1997, 1999 e 2003, e la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atene del 2004. "Per approfondire vedi Libro dell'Anno '97 p 385" "Per approfondire vedi Libro dell'Anno '97 p 385" .

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