paradiso

Indice

Lessico

sm. [sec. XIII; dal latino tardo paradīsus, dal greco parádeisos, giardino, di origine persiana].

1) Luogo di perfetta letizia in cui, secondo le diverse religioni, andranno le anime dei buoni dopo la morte. Nella religione cattolica, condizione o soggiorno eterni di gioia e di gloria riservati alle anime dei giusti, destinati dopo morte alla visione beatifica di Dio: la sua anima è in paradiso. Nelle loc. estensive e fig.: guadagnarsi il paradiso, con opere buone o con le sofferenze; la via del paradiso, le opere buone, la rettitudine; è andato in paradiso, di chi è morto in grazia di Dio; giocarsi il paradiso, vivere in modo dissoluto; stare in paradiso a dispetto dei santi, stare in un posto, occupare una posizione dove non si è graditi; voler andare in paradiso in carrozza, voler ottenere qualche cosa senza impegno o sacrificio; avere qualche santo in paradiso, godere di protezioni altolocate e influenti; raccomandarsi a tutti i santi del paradiso, cercare affannosamente aiuto, protezione. In zoologia, uccello del paradiso, nome comune della paradisea.

2) Fig., luogo delizioso e tranquillo, condizione di serena felicità: questa campagna è un paradiso; volto, voce di paradiso, molto belli, dolci; è stato un giorno di paradiso, stupendo, pienamente felice. In particolare: paradiso terrestre, mitico luogo di delizie e serenità; propr. il giardino in cui Adamo ed Eva furono collocati da Dio dopo la creazione e prima del peccato originale.

3) In architettura, lo spazio scoperto, circondato spesso da portici, antistante le basiliche paleocristiane, al cui centro sorgeva la fontana per le abluzioni (cantharus). Poteva servire come luogo di sepoltura dei fedeli, come il paradiso dell'antica basilica di S. Pietro in Vaticano. Probabilmente dal paradiso ha origine l'uso del chiostro nei monasteri.

4) In economia, paradiso fiscale, Paese in cui viene applicato un regime fiscale particolarmente vantaggioso rispetto al sistema del Paese di residenza del contribuente. Il paradiso fiscale è caratterizzato anche da un rigoroso segreto bancario, un settore finanziario particolarmente sviluppato, e dall'assenza di un regime di controllo valutario nei confronti dei non residenti.

Religione

L'idea del paradiso è comune a molte e diverse tradizioni religiose, nelle quali la località mitologica assume di volta in volta ovviamente nomi differenti (per esempio l'Uttarakuru dell'induismo, le isole dei beati e i campi elisi della religione greca, ecc.). Generalmente, le varie rappresentazioni hanno come tratto caratteristico la ricchezza di beni e bellezze naturali (assai pittoresca e terrestre è, a questo proposito, la rappresentazione islamica del paradiso); in quanto realtà mitologica, il paradiso ha anche una collocazione del tutto particolare nel tempo e nello spazio. S'incontrano tradizioni relative a un paradiso dei primordi (come l'Eden del libro della Genesi) e a un paradiso degli ultimi tempi (o meglio alla restaurazione del paradiso primordiale); ma il paradiso può essere presente, tra l'inizio e la fine, come realtà metastorica (così, per esempio, il paradiso della tradizione cristiana che deriva da quello dell'apocalittica giudaica). Il paradiso può avere una collocazione celeste, oppure terrestre (con significato simbolico): in ogni caso, anche se terrestre, il paradiso rimane tuttavia luogo dell'al di là, in quanto località mitologica sita in uno spazio sacro. Generalmente, il paradiso è ancora sede dei defunti o delle loro anime: in modo particolare è sede dei giusti (per esempio nella tradizione giudaico-cristiano-islamica e nel tardo buddhismo cinese e giapponese), degli eroi (per esempio il Valhalla dell'antica religione germanica), ecc. Al paradiso in quanto regione d'oltretomba si contrappone l'inferno, luogo di caduta di quanti non siano stati in grado di superare la tipica “difficoltà” che condiziona generalmente la tensione verso il paradiso e ne determina l'itinerario. § È nota come paradiso terrestre (ebraico gan bē ʽéden, giardino in Eden) la sede mitica dell'umanità primigenia, dalla Bibbia collocata una volta genericamente “in Oriente” (Genesi 2,8), un'altra a NE della Palestina, alle sorgenti di quattro fiumi, dei quali due, l'Eufrate e il Tigri, sono ed erano ben conosciuti (Genesi 2, 10-14). Nonostante quest'ultimo dato, ogni tentativo di localizzazione urta contro il genere letterario mitico, di per sé astorico. Secondo la narrazione della Genesi, la prima coppia umana venne collocata nel paradiso “per lavorarlo e per custodirlo”; contemporaneamente alla coppia era permesso mangiare ogni frutto del paradiso, meno quelli dell'“albero della conoscenza del bene e del male”. Tale divieto si spiega col senso dell'espressione in ebraico: il verbo che in genere si traduce con “conoscere” ha anche il senso di “possedere”, per cui l'espressione ha il senso di “essere onnipotenti, onniscienti”, prerogative queste proprie della divinità e pertanto vietate all'uomo. Ciò spiega il discorso del serpente in Genesi 3, 1 e seguenti: “Sarete come esseri divini, avendo la conoscenza del bene e del male”. Nel giudaismo intertestamentario il paradiso terrestre, dal quale l'uomo è stato cacciato, diviene sempre più il soggiorno dei giusti defunti, un concetto ormai comune nel Nuovo Testamento: vedi le parole di Gesù al ladrone “buono” (Luca 23,43) e l'esperienza mistica di San Paolo (II Lettera ai Corinti, 12,4). In Apocalisse, 2,7 il paradiso è sinonimo di vita eterna.

Iconografia

Nell'arte paleocristiana il paradiso celeste fu rappresentato come un giardino fiorito popolato di anime beate in atteggiamento di preghiera (affreschi cimiteriali del sec. III; mosaici di S. Apollinare in Classe a Ravenna, sec. VI). Più tardi il paradiso comparve sempre insieme all'inferno nelle raffigurazioni del Giudizio Universale (nello schema più diffuso i beati sono alla destra del Cristo, i dannati alla sinistra), tema svolto nelle miniature, nella decorazione scolpita delle cattedrali romaniche e gotiche, soprattutto francesi, nei cicli di affreschi medievali e rinascimentali. Solo raramente si ebbero rappresentazioni isolate: tra le più notevoli quella del Tintoretto nella sala del Maggior Consiglio al palazzo Ducale di Venezia, dove al tradizionale schema dei registri sovrapposti fu sostituito quello ad archi concentrici. Anche il paradiso terrestre, caratterizzato dalla presenza dei quattro fiumi biblici, divenuti poi i simboli degli Evangelisti, fu immaginato come un giardino ricco di fiori, piante e animali, con l'aggiunta delle figure nude di Adamo ed Eva.

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