pasquinata

sf. [sec. XVI; da Pasquino]. Composizione satirica in prosa o versi, in latino, volgare o romanesco, generalmente anonima, così chiamata perché per consuetudine popolare veniva appesa alla statua di Pasquino. Specchio fedele dell'animo popolare, con un linguaggio libero da inibizioni e quindi salace e spregiudicato, la pasquinata mirava a colpire usanze, personalità, istituzioni. Le raccolte che ci sono pervenute, anche se incomplete, formano un panorama significativo sui costumi dei tempi (1501-1870) e mettono in evidenza lo schietto umorismo romano, nonché la positiva evoluzione verso la satira. Famose le pasquinate di Pietro Aretino. L'uso della pasquinata si propagò anche fuori d'Italia. Per estensione, nel linguaggio comune, satira breve o epigramma di carattere politico e di tono mordace e spesso anche ingiurioso.

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