patrìstica

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sf. [dal latino pater-patris, padre, con allusione ai Padri della Chiesa]. Disciplina teologica, che fornisce alla dogmatica gli elementi della prima tradizione cristiana sulle verità di fede conservata e commentata dagli scritti dei Padri apostolici e della Chiesa. La patristica inizia con l'età apostolica e giunge sino al sorgere della scolastica. Tentando una sintesi del pensiero patristico emergono come fili conduttori queste tematiche: Dio e la creazione; l'uomo e la storia della sua salvezza; la teologia e l'economia divina; la Chiesa e il Regno. Nella concezione dei Padri Dio è l'unico padre, signore di tutte le cose, creatore del mondo. Egli è immutabile e impassibile, non divenuto e non generato. Continua quindi nei Padri la visione personale di Dio, propria agli Ebrei e facile è riscontrare in loro la preoccupazione di evitare dualismi, specialmente dopo che gli anomei avevano concepito il Figlio dissimile dal Padre, radicalizzando la matrice ariana. Esasperando l'ignoranza umana nella conoscenza di Dio, i Padri (specialmente quelli orientali) fecero di essa una via per arrivare a Dio: la via delle tenebre che porta alla luce. Dio si manifesta con la sua grazia e con la sua potenza creatrice e l'opera che esce dalle sue mani è il mezzo che ci consente una sua parziale conoscenza senza la pretesa di penetrare nell'infinità della sua essenza. Nella storia della salvezza l'uomo appare creato a somiglianza di Dio. In virtù di questa somiglianza egli gode di doni preternaturali, che lo affrancano dal dolore e dalla morte. Ma interviene il peccato originale e fa decadere l'uomo. Ecco allora il secondo intervento divino e questa volta è il Figlio che s'incarna e redime l'uomo ricostruendo in lui e con lui i tratti della sua somiglianza con Dio: in quest'opera l'uomo entra con la sua libertà personale ed egli diventa protagonista della lotta che dentro di lui si svolge tra peccato e grazia, dando con un libero atto della sua volontà la svolta finale a questa lotta: verso Dio o lontano da lui per sempre e reprobo. In processo di tempo le verità vengono enucleandosi da un contesto che le contiene ma non le evidenzia. Sorge allora la teologia, che a una a una analizza queste verità di fede e le colloca alla base di tutto l'insegnamento della Chiesa docente: la divinità del Figlio e dello Spirito Santo; le relazioni intercorrenti tra le Persone della SS. Trinità e ciò che in essi è natura comune e qualificazione personificante; il Verbo fatto carne con l'assunzione della natura umana per rendere possibile in lui la sofferenza, che porta a compimento l'opera di redenzione. Da ultimo la Chiesa, che continua e completa l'opera redentrice del Cristo attraverso i sacramenti e la realtà del Corpo mistico, nella visione del Regno di Dio. Dopo l'entrata ufficiale della Chiesa nel mondo con il riconoscimento di Costantino, con tutte le implicazioni derivate dai contatti con il potere terreno, la patristica si adoperò a rinverdire il cristianesimo delle fonti più genuine, trovando ascolto nelle anime ancor capaci di dedizione e ottusa opposizione in quelle altre dove l'elemento mondano ha già corroso la vigoria dello spirito. Delle opere patristiche è giustamente celebre la collezione curata da Migne, che ha raccolto i testi dei Padri greci e latini e costituisce tuttora l'opera più completa.

J. de Ghellink, Patristique et Moyen- Age, Bruxelles, 1946-48; P. de Labriolle, Histoire de la litérature latine chrétienne, Parigi, 1947; E. Dellers, Clavis Patrum Latinorum, Steenbrugge, 1951; L. Dattrino, Patrologia, Casale Monferrato, 1991.

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