pipa

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sf. [sec. XVI; dal francese pipe, cannuccia e quindi pipa].

1) Arnese per fumare costituito da un recipiente tondeggiante (fornello) nel quale brucia il tabacco, e da una cannuccia a questo applicata da cui si aspira il fumo: fumare la pipa; caricare, accendere, spegnere la pipa; pulire la pipa, per eliminare le incrostazioni di tabacco. Per estensione, il tabacco che può essere contenuto nel fornello, pipata: una pipa di tabacco.

2) Per analogia, oggetto che richiami tale forma. In particolare: A) il tubo di ferro cavo con cui i vetrai aspirano e soffiano il vetro fuso. B) Cuscinetto a sfere registrabile disposto, nelle biciclette, fra il cannotto e l'asse del manubrio.

3) Segno diacritico (v)usato in alcuni sistemi di trascrizione e traslitterazione, specialmente per indicare l'articolazione palatale (per lo più sovrapposto).

4) Nome volgare dell'Aristolochia macrophylla (=Aristolochia sipho), pianta arbustiva della famiglia Aristolochiacee, originaria di territori degli Stati Uniti e spesso coltivata a scopo ornamentale. Possiede fusto rampicante, con lunghi rami e raggiunge i 10-20 m di altezza. Le foglie sono distanziate, alterne, arrotondato-cuoriformi, lunghe ca. 20 cm, lungamente picciolate. I fiori sono solitari, ascellari, lunghi 3-4 cm, giallastri, reticolati di bruno, tubolosi, dilatati nella parte inferiore e piegati a guisa di pipa e con lembo superiore trilobato. Fiorisce in primavera, è specie rustica e si moltiplica per talea o propaggine; vuole suolo arenoso e posizione non troppo soleggiata; soffre la siccità.