Lessico

sf. [sec. XVIII; dal latino volg. plica, piega, da plicāre, piegare].

1) In diplomatica, piegatura della parte inferiore di un documento nella quale si praticavano i fori per i sigilli.

2) In embriologia e anatomia, piega o duplicazione di un tessuto organico: pliche amniotiche, pieghe dell'ectoderma che si formano nella parte cefalica e in quella caudale dell'embrione, collegandosi poi fra loro sul dorso di questo a costituire l'amnios; plica ariepiglottica, duplicazione mucosa della laringe che rappresenta, da un lato, il margine dell'epiglottide e, dall'altro, l'apice della cartilagine aritenoide; plica semilunare, rudimento di terza palpebra che nell'uomo risulta come una piccola piega della congiuntiva, al cui lato si trova la caruncola lacrimale dell'occhio; pliche semilunari intestinali, pieghe trasparenti a forma di semiluna, che sporgono sulla superficie interna del colon.

Antropologia

La forma della rima palpebrale e la presenza o meno di una plica della palpebra superiore è uno dei caratteri distintivi secondari delle varie popolazioni umane. Negli Europoidi, Negroidi (salvo alcuni gruppi) e Pigmoidi il contorno palpebrale è generalmente fusiforme o a mandorla e solo in età avanzata si può riscontrare una plica della palpebra superiore che ricopre l'angolo esterno, dovuta a prolasso dei tessuti; una plica di questa forma (plica ottentotta) è tipica, invece, dei meticci Ottentotti ed è frequente anche nei Boscimani, ma la si può riscontrare anche in alcuni gruppi europoidi del Nord, per esempio nei Baltici. In alcuni gruppi dell'Africa sahariana (Tuaregh, Beduini, Tubu) è frequente una plica della parte centrale della palpebra superiore (plica mediana), forse da porre in relazione alle condizioni ambientali desertiche ventose e sabbiose. Caratteristica è la plica che ricopre, più o meno, l'angolo interno dell'occhio estendendosi anche lungo il margine della palpebra superiore: questa, nota come plica mongolica, concorre a rendere tipico l'occhio delle popolazioni mongoloidi. In effetti, l'aspetto dell'occhio mongolico è determinato non solo dalla plica ma anche dalla ricchezza delle ghiandole di Meibomio nella palpebra superiore, che appare più o meno rigonfia, e dal fatto che l'angolo esterno dell'occhio è spesso posto leggermente più in alto rispetto a quello interno. Questi caratteri sono tipici delle popolazioni dell'Asia continentale centro-orientale, ma si presentano più o meno accentuati, e non tutti, anche in altre popolazioni del gruppo Mongoloide e del sottogruppo Amerindoide; inoltre si possono riscontrare in alcuni gruppi dell'Africa centro-orientale e caratterizzano gli individui affetti dalla sindrome di Down. Da alcuni studiosi la plica mongolica è ritenuta la persistenza di un carattere fetale (plica semilunare) tipico di tutte queste popolazioni, ma secondo i più sarebbe da mettersi in correlazione con forme di adattamento a climi freddi e umidi.

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