plinto

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sm. [sec. XVII; dal greco plínthos, propr. mattone].

1) Nell'architettura classica, elemento di forma quadrata che sostiene la base della colonna, o anche la lastra quadrata – chiamata più esattamente abaco – del capitello dorico.

2) Nelle costruzioni, elemento di fondazione per strutture a ossatura portante. Costituito da un elemento tronco-piramidale in cemento armato o in acciaio, il plinto si comporta come una mensola rovescia nei confronti del terreno, trasmettendovi i carichi portati dal pilastro che vi si fonda. Può essere poggiato direttamente sul terreno, oppure tramite una soletta di conglomerato (di ripartizione del carico) o ancora poggiare sulle teste di pali infissi nel terreno (fondazione profonda).

3) Uno dei grandi attrezzi da palestra che generalmente sostituisce il cavallo. È formato da cinque-sei cassoni di legno a forma di piramide tronca che si incastrano l'uno sull'altro sino a raggiungere l'altezza di 90-120 cm; serve per volteggi e salti.

4) Antico strumento utilizzato per stabilire l'altezza del sole sull'orizzonte: è costituito da un parallelepipedo sul quale viene disegnato un quarto di cerchio e al cui centro si trova un piolo; il quarto di cerchio è graduato da 0° a 90° e, quando il sole è in meridiano, il piolo proietta un'ombra che indica l'altezza del sole sull'orizzonte. Poiché tale altezza varia con le stagioni e la latitudine, l'utilizzo del plinto consente di calcolare queste variabili con esattezza.

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