polioencefalite

sf. [sec. XX; dal greco poliós, grigio+encefalite]. Infiammazione della sostanza grigia cerebrale della corteccia e dei nuclei. Le forme cliniche più frequenti sono la polioencefalite superiore acuta emorragica (o di Wernicke) e la polioencefalite inferiore acuta (o paralisi bulbare acuta). La prima è una malattia a carattere emorragico, con sede elettiva nella sostanza grigia che circonda l'acquedotto del Silvio; è determinata da intossicazioni (alcolismo cronico) e da infezioni (influenza, poliomielite, encefalite epidemica). Insorge con cefalea, vomito, vertigini, rigidità nucale e lieve rialzo termico; dopo alcuni giorni compare paralisi oculare, di solito bilaterale, che dà luogo a strabismo e diplopia; spesso si associano disturbi della deglutizione, masticazione, afonia; il decorso è acuto e rapido. La polioencefalite inferiore acuta è dovuta alla lesione bilaterale dei nuclei motori e delle vie motrici e sensitive situate nel bulbo e nel ponte; fattori eziologici importanti sono l'arteriosclerosi, la sifilide, l'alcolismo cronico, l'influenza, la difterite, la scarlattina, ecc. La sintomatologia è caratterizzata da paralisi labio-glosso-faringo-laringea, disturbi respiratori e vasomotori; il decorso è rapido e spesso porta a morte.

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