probabilismo

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Lessico

sm. [sec. XVIII; da probabile].

1) Sistema teologico-morale che afferma la liceità di un'azione avente in suo favore un'opinione solidamente probabile. Basato sul principio che “la legge dubbia non obbliga”, il probabilismo fu formulato verso la metà del sec. XVI dal domenicano B. de Medina (m. 1580), diffondendosi soprattutto durante le controversie sul lassismo e sul giansenismo. Fu sostenuto dai teologi gesuiti, tra cui F. Suárez (m. 1617) e L. Lessio (m. 1623), e da alcuni domenicani come D. Báñez (m. 1604). Vi si opposero decisamente i giansenisti e i moralisti cattolici, finché nel 1655 fu condannato dai teologi dell'Università di Lovanio. Tuttavia il probabilismo continuò ad avere l'appoggio di insigni teologi, specialmente gesuiti.

2) Concetto legato, nell'antichità, allo scetticismo della Nuova Accademia, che negava l'esistenza di un criterio di verità, ma considerava “plausibile” (cioè probabile) l'esistenza di un criterio che potesse guidare la condotta dell'uomo. Nella scienza contemporanea sono dette probabili molte o tutte le conoscenze.

Fisica: meccanica quantistica

Concezione della fisica moderna derivata dal fatto che le equazioni della fisica quantistica non danno risultati certi, ma solo probabili. Nelle teorie classiche il calcolo delle probabilità era essenzialmente suggerito da ragioni pratiche, non di principio. Secondo l'interpretazione del 1926 del fisico Max Born, invece, l'esatto risultato di un esperimento è in generale imprevedibile anche in linea di principio e la probabilità ha in esso il ruolo di una nozione primitiva imposta non dall'ignoranza di cause concettualmente conoscibili con esattezza, ma dalle stesse leggi fondamentali che governano i fenomeni del mondo atomico. Il probabilismo borniano, concezione accettata dalla maggior parte dei fisici, deriva dall'osservazione del comportamento ondulatorio-corpuscolare della materia, e dal fatto che tale comportamento non consente di formulare previsioni univoche e certe circa l'evoluzione dei microsistemi. L'equazione d'onda di Schrödinger ci dice che una particella "deve occupare" tutte le possibili posizioni all'interno della sua onda associata; occupando tutte le possibili posizioni, la particella, non ha più una posizione e una traiettoria definite, la mancanza di queste "qualità" non consente più di eseguire previsioni precise circa la sua evoluzione futura. La meccanica classica ammette che sia possibile compiere previsioni deterministiche solo nel caso in cui siano disponibili informazioni sui valori delle coordinate canoniche dell'oggetto in esame in un dato istante. Il probabilismo evidenziato da Born (unitamente all'indeterminismo postulato da Heisenberg nel suo principio di indeterminazione), afferma l'impossibilità di conoscere con precisione le coordinate canoniche di partenza e dunque preclude la possibilità di eseguire previsioni certe circa il futuro comportamento di un microoggetto e di tutti i sistemi che interagiscono con esso.

Bibliografia

Werner Heisenberg, I principi fisici della teoria dei quanti, Einaudi, Torino, 1958;Max Born, Filosofia naturale della causalità e del caso, Boringhieri, Torino, 1988; Franco Selleri, La Causalità Impossibile, Jaca Book, Milano, 1988.

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