procònsole

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sm. [sec. XIII; dal latino proconsul-ulis, da pro-, in luogo di+ consul, console]. Console i cui poteri venivano prorogati in Roma oltre l'anno di carica. Furono nuove esigenze politico-militari ad aprire la strada a questo istituto, a partire dalla fine del sec. IV a. C.: il magistrato, che aveva il comando dell'esercito impegnato in campagne lontane, non poteva lasciarlo prima che giungesse il suo successore e nell'attesa manteneva il potere, anche se già scaduto dalla carica, potere che esercitava pro consule, pro praetore. Queste limitate proroghe avvenivano inizialmente in modo automatico, ma col tempo, quando le campagne di guerra furono condotte anche in territori transmarini, la proroga arrivò a durare anche un anno per l'impossibilità in cui erano i nuovi magistrati di raggiungere per tempo l'esercito o anche per disporre di più magistrati con imperium negli aumentati teatri di operazione. Nel tempo della crisi della Repubblica Romana (sec. I a. C.) si ebbero profonde alterazioni negli istituti magistratuali facendosi anche strada il principio di fondamentale importanza, durante le guerre civili e l'inizio del principato, che l'imperium poteva essere disgiunto da una determinata magistratura ed essere conferito come tale a un privato. L'imperium proconsulare venne conferito, per esempio, a Pompeo, cittadino privato, nel 77, nel 67 e 65 a. C. per compiti speciali. Verso gli ultimi tempi della Repubblica il governatore di una provincia era un proconsole o un propretore. Nel 52 a. C., per evitare abusi, una legge di Pompeo stabilì che dovevano trascorrere cinque anni tra la magistratura e la promagistratura. Nell'età imperiale il governatore di province senatorie era un proconsole. Gli stessi poteri dell'imperatore trovarono un punto d'appoggio nell'imperium proconsulare: Augusto lo ottenne nel 23 a. C. senza alcuna limitazione (maius infinitum).

W. F. Jashemski, The Origin and History of the Proconsular and Propraetorian Imperium to 27 b. C., Chicago, 1950; F. De Martino, Storia della costituzione romana, Napoli, 1952; U. von Luebtow, Das roemische Volk. Sein Stadt und sein Recht, Francoforte, 1955.

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