Lessico

sm. [sec. XVIII; da proiettare]. Ogni corpo che sia o possa essere lanciato nello spazio e, in particolare, che possa ricevere una velocità iniziale da una macchina balistica o da un'arma da fuoco: i proiettili del fucile, del mitra; fu ferito al braccio da un proiettile vagante. Nel linguaggio militare il termine indica, propr., il corpo metallico più o meno complesso destinato a essere lanciato da un'arma da fuoco. In particolare, uomo proiettile, nel circo e nel Luna-Park, colui che viene lanciato attraverso la bocca di un cannone (formato da un tubo di alluminio, munito di una forte molla capace di lanciare nello spazio l'acrobata) e che conclude il volo su una rete protettiva. Il numero sarebbe stato inventato nel 1922 da Hugo Zacchini (Perú 1898-Los Angeles 1975) che nel 1929 fu scritturato dal circo Barnum.

Tecnica militare: generalità

Fino al sec. XIX i proiettili erano costituiti da sfere di piombo per le armi leggere e di ferro per le artiglierie, da cui i sinonimi pallottola e palla. Nel sec. XIX, l'adozione delle canne ad anima rigata e lo sviluppo della scienza balistica determinarono il passaggio dalla forma sferica a quella cilindro-ogivale, che è rimasta sostanzialmente immutata. La forma classica del proiettile è un cilindro a base piana terminante con una punta ogivale avente un raggio di curvatura pari a due calibri, con una lunghezza complessiva compresa tra 2 e 4 calibri. In alcuni casi, per migliorare la stabilità della traiettoria alle lunghe distanze, la base del cilindro viene leggermente rastremata (Boat tail).

Tecnica militare: proiettili per armi portatili

I proiettili per armi portatili, o pallottole, sono costituiti da piombo compresso, nudo o rivestito di un sottile involucro di rame o leghe antifrizione, detto camicia. I proiettili di piombo nudo, che sono destinati prevalentemente alle rivoltelle, hanno una ogiva tondeggiante o tronca e presentano in prossimità della base uno o due solchi che, riempiti di cera grafitata, hanno lo scopo di limitare l'impiombatura della canna. Nei proiettili incamiciati per carabina, detti soft point, il rivestimento di rame termina a metà dell'ogiva, lasciando scoperta la punta di piombo; ciò allo scopo di favorire lo schiacciamento e l'espansione del proiettile e aumentarne così il potere lesivo. Talvolta i proiettili per uso di caccia hanno anche un foro in punta (hollow point), sono cioè a punta cava. Questi proiettili, per un fenomeno dovuto alla compressione dell'aria, si espandono completamente all'interno del corpo provocando ferite devastatrici, per cui sono usati per la caccia ad animali di grossa mole. I proiettili per uso militare sono invece interamente mantellati, in ottemperanza alla Convenzione di Ginevra che vieta l'impiego di proiettili di piombo nudo. In Italia la legge, per favorire il controllo delle munizioni da guerra, vieta i proiettili interamente camiciati per le munizioni civili per armi lunghe. Per i proiettili di queste cartucce, l'incamiciatura anche parziale è sempre necessaria per evitare la fusione parziale del piombo che sarebbe causata sia dall'attrito contro la rigatura, sia dall'elevata temperatura dei gas sviluppati dalla carica di polvere.

Tecnica militare: proiettili per armi pesanti e artiglieria

Sono di costituzione molto più complessa e si dividono in varie categorie in relazione sia al tipo di armi, sia all'uso al quale sono destinati; fondamentalmente si dividono in tre categorie principali: perforanti, esplosivi e speciali. Tutti hanno in comune il corpo in ferro o in ghisa sul quale sono investiti una fascia di centramento e uno o più anelli di rame detti corone di forzamento che, intagliandosi nella rigatura, imprimono al proiettile la rotazione assiale evitando inoltre l'eccessiva usura della canna che deriverebbe dall'attrito del ferro contro l'acciaio dell'anima. I proiettili perforanti, Destinati al tiro contro veicoli corazzati, sono caratterizzati da un nucleo interno di carburo di tungsteno terminante con una punta conica ottusa che fuoriesce dal corpo e viene protetta a scopo aerodinamico da una calotta ogivale di ferro, detta falsa ogiva o cappuccio balistico. Nello spazio compreso tra la base del nucleo di tungsteno e la base del proiettile può essere collocata una carica esplosiva che, comandata da una spoletta, esplode successivamente all'impatto. L'efficacia di un proiettile perforante è tanto maggiore quanto più elevata è la velocità, mentre è poco influenzata dal calibro. Per ottenere le massime velocità all'impatto si impiegano proiettili decalibrati, detti sabot o APDS, costituiti da un nucleo di tungsteno rivestito da un involucro di lega leggera a frattura prestabilita. All'uscita dalla canna, l'elevata accelerazione (oltre 50.000 g) e la forza centrifuga provocano la rottura e il distacco dell'involucro che libera il nucleo di tungsteno; questo, grazie al peso inferiore e al miglior coefficiente balistico, mantiene gran parte della velocità iniziale e giunge quindi al bersaglio con un'energia cinetica molto elevata. I proiettili per i moderni cannoni ad anima liscia sono stabilizzati, analogamente ai missili e ai razzi, da un impennaggio di coda costituito da alette che si aprono all'uscita dalla canna. Non essendo animati da rotazione assiale come quelli lanciati da canne rigate, questi proiettili possono sfruttare il principio della carica cava (effetto Munroe), analogamente ai razzi (bazooka,Panzerfaust) e ai missili anticarro. I proiettili a carica cava terminano con un cono invertito rivestito da uno spessore di rame e mascherato da una falsa ogiva. All'impatto l'esplosione della carica si concentra in un dardo sottile nel quale la temperatura già altissima viene notevolmente innalzata dalla completa ossidazione del rame ridotto allo stato atomico. Tuttavia la carica cava non può essere impiegata nei normali proiettili sparabili da canne rigate poiché la forza centrifuga generata dalla rotazione assiale allarga il diametro del dardo diminuendone l'efficacia. I Francesi hanno in parte risolto questo problema realizzando speciali proiettili nei quali l'involucro esterno è separato dal corpo e a esso collegato mediante cuscinetti a sfere in modo da rendere indipendente la rotazione dell'involucro. Sempre in Francia, durante la seconda guerra mondiale, uscì un tipo di proiettile, il fléchette, per uso aria-terra, consistente in un dardo lungo ca. 25 cm munito di alette. I proiettili esplosivi normali, detti HE (high explosive), sono costituiti da un corpo in acciaio contenente la carica esplosiva e munito in punta di una spoletta che può essere di vario tipo secondo l'impiego del proiettile. La carica è costituita da esplosivo ad alto potenziale, in genere tritolo, amatolo o T4. Un tipo speciale di proiettili esplosivi destinati al tiro contro veicoli corazzati è costituito dalle granate a schiacciamento o HESH (high explosive squash head). All'impatto contro il bersaglio questi proiettili si rompono e la carica esplosiva plastica si schiaccia e aderisce alla corazza del carro prima dell'esplosione che, allo scopo, è determinata da una spoletta posteriore a ritardo. L'esplosione non perfora la corazza del carro, ma provoca il distacco violento e la proiezione di schegge dalla superficie interna della lastra colpita. Oltre che con esplosivo, i proiettili possono essere riempiti con altri materiali per ottenere effetti diversi da quello dirompente. Si avranno così “scatole a mitraglia” (shrapnel) costituite da un corpo di lamierino riempite con pallettoni o cilindretti di acciaio destinati a essere proiettati in vasto raggio da una carica azionata da una spoletta a tempo nell'ultimo tratto della traiettoria; granate nebbiogene (contenenti zinco ed esacloroetano o miscela di anidride solforica e cloridrina solforica); incendiarie (termìte); nebbiogeno-incendiarie (fosforo bianco); illuminanti (magnesio, ossidante ed eventuale colorante). I proiettili cavi possono anche essere riempiti con aggressivi chimici oppure con volantini che una carichetta fatta esplodere a tempo sparpaglia in una zona relativamente ampia; questi ultimi vengono detti proiettili o granate propaganda. I proiettili di alcune artiglierie di grosso calibro, infine, possono contenere una carica termonucleare.

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