Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino tardo protectĭo-ōnis, da protegĕre, riparare, proteggere].

1) Il proteggere, il difendere qualcuno o qualche cosa da ciò che potrebbe essergli dannoso: prendere qualcuno sotto la propria protezione; occhiali affumicati per la protezione degli occhi; invocare la protezione di Dio o del cielo. In particolare, protezione doganale, uno dei mezzi applicati da uno Stato per attuare il protezionismo.

2) Ente o istituzione protettrice: la protezione dell'infanzia abbandonata; ente per la protezione degli animali, della natura; la protezione civile: sistema normativo e organizzativo atto alla prevenzione e al soccorso in caso di calamità naturali.

3) Atteggiamento protettivo più o meno lecito, favoreggiamento: è riuscito ad arrivare grazie alle forti protezioni di cui disponeva.

4) Nella tecnica, ogni mezzo o trattamento che crei una difesa passiva o attiva di un apparecchio, di una macchina, di un impianto, di una struttura, di un materiale sia verso cause esterne sia verso cause connesse con le condizioni di esercizio. La protezione può interessare direttamente o indirettamente anche gli operatori, in tal caso è intesa a creare una difesa parziale o totale verso i pericoli connessi con una determinata attività. Per la protezione contro gli incendi, vedi incendio. In particolare, nelle ferrovie, protezione ferroviaria, sistema consistente nella segnalazione di via impedita per evitare che un tratto di binario venga impegnato senza una specifica manovra; naturalmente serve a proteggere gli ingressi nelle stazioni ferroviarie.

5) In informatica, dispositivo hardware, o accorgimento di software, atto a impedire interferenze fra una parte di un sistema di elaborazione e un'altra. Per esempio, nella multiprogrammazione, una protezione di memoria serve a impedire che un programma invada l'area di memoria in cui è allocato un altro programma.

6) Nell'edilizia e nel restauro architettonico, intervento eseguito allo scopo di rallentare i processi di deterioramento dovuti all'azione di agenti inquinanti, a quella chimico-meccanica delle piogge, alla condensazione di umidità, ecc. Si opera prevalentemente sulla superficie esterna del materiale applicando particolari prodotti chimici (resine acriliche o siliconiche) oppure si interviene sull'ambiente esterno, modificandone in maniera stabile il microclima (condizionamento, filtraggio e depurazione dell'aria) o disponendo elementi di riparo.

Diritto

Nel diritto internazionale sono garantiti diritti di protezione agli agenti diplomatici e consolari. Le norme generali a cui s'ispirano tali diritti sono: lo Stato ospitante deve garantire agli stranieri i loro diritti essenziali; lo Stato di origine esercita sui suoi cittadini all'estero il suo potere. La protezione dei cittadini di uno Stato all'estero può essere esercitata anche da uno Stato diverso da quello da cui provengono, quando questi non abbia relazioni diplomatiche con lo Stato ospitante. La protezione può essere diplomatica, quando è posta sui rapporti tra Stato e Stato; consolare, quando poggia solo su norme dello Stato territoriale.

Militaria: strategia militare

Secondo la concezione tradizionale la protezione, mediante ripari del terreno e solide opere di fortificazione, nonché sbarramenti e quindi campi minati, è stata uno dei sistemi più adottati in previsione o a fronte dell'attacco nemico. La protezione antiaerea usufruisce di installazioni proprie della difesa passiva (oscuramento, mimetizzazione, cortine fumogene, esodo precauzionale della popolazione) ma anche della difesa attiva ottenuta con tiri di protezione o di sbarramento oppure con l'entrata in azione di aerei anticaccia. I tiri di protezione, eseguiti davanti alle linee di occupazione per assicurare la migliore difesa contro l'attacco nemico o per impedire l'attacco stesso, assunsero grande importanza nella guerra di posizione ed ebbero infatti larga applicazione durante la prima guerra mondiale quando poterono anche efficacemente combinarsi con l'azione frenante del reticolato. L'era missilistica ha sconvolto una difesa così concepita e contro i nuovi mezzi offensivi sono state installate reti missilistiche per l'intercettazione automatica. In marina il termine può assumere diversi significati: può essere riferito a un convoglio disposto in modo tale da proteggere unità in navigazione oppure ai mezzi e agli accorgimenti adottati per riparare porti, coste, navi alla fonda da offese navali o aeree. Riferito alla singola nave indica il complesso di provvedimenti e di soluzioni costruttive con cui si tende a preservare la galleggiabilità e l'efficienza bellica della nave. In passato la protezione, soprattutto per le navi maggiori (corazzate, portaerei, incrociatori), era affidata alla corazzatura orizzontale e verticale e alla compartimentazione. La prima serviva quale protezione contro bombe e proiettili per le parti più importanti, quali l'apparato motore, i depositi munizioni, le artiglierie, mentre la suddivisione in compartimenti stagni costituiva la principale protezione contro le offese subacquee. Oggi la corazzatura è pressoché scomparsa e la protezione della galleggiabilità e della stabilità della nave è rimasta affidata alla suddivisione cellulare dello scafo in compartimenti stagni e alle strutture del doppio fondo e di murata. Notevole importanza ha assunto la protezione antiurto, tendente a realizzare strutture, macchinari, apparecchiature e parti in grado di resistere, almeno entro certi limiti, alle sollecitazioni dinamiche indotte dalle esplosioni subacquee, non a contatto, che non provochino l'affondamento della nave. Si ha inoltre la protezione contro le offese di natura nucleare, batteriologica e chimica, consistente nel predisporre un certo numero di locali della nave isolati completamente dall'ambiente esterno e riforniti di aria attraverso speciali sistemi filtranti o dotati di ventilazione e condizionamento in circuito chiuso; ciò in aggiunta al materiale protettivo individuale costituito da speciali tute, maschere antigas, ecc.

Tecnica: generalità

La protezione, nel suo significato più ampio, interessa ogni prodotto dell'attività umana: così, mezzi di protezione possono essere considerati gli involucri e i contenitori di prodotti alimentari; i rivestimenti e le tinture di opere murarie; le vernici e i trattamenti contro gli agenti atmosferici, chimici e biologici cui vengono sottoposti i materiali, in particolare il legno e i metalli; le strutture accessorie e le sovrastrutture di costruzioni edili (per esempio pozzetti di drenaggio, parapetti, parafulmini, sifoni, ecc.); i vari sistemi per accrescere la sicurezza durante il lavoro, soprattutto in particolari ambienti (per esempio miniere, industrie chimiche, centrali nucleari, ecc.); infine, la manutenzione di apparecchiature, organi, macchine, motori, impianti che, se effettuata metodicamente e in modo efficiente, risulta una delle migliori protezioni sia per l'uomo sia per i prodotti. Per ciò che riguarda le persone le protezioni possono essere indirette, cioè attive anche senza intervento dell'uomo, oppure dirette, cioè che richiedano la corresponsabilizzazione dell'individuo: tra le prime si passa dalle semplici ringhiere, o simili mezzi tra la persona e la fonte di pericolo, alle pedane e ai sistemi isolanti, ai relè differenziali, alle cellule fotoelettriche, che impediscono il contatto involontario tra l'operatore e l'eventuale causa di pericolo; tra le seconde vi sono tutti quei mezzi di difesa personale (elmetti, occhiali, guanti, tute, scarpe isolanti, maschere, ecc.) che offrono una protezione, seppur relativa, a chi si preoccupa di adoperarli. Per gli impianti, i veicoli, le macchine, i motori, le opere pubbliche, oltre alla succitata manutenzione, la protezione si realizza mediante la periodica revisione di strutture, parti sottoposte a usura, organi, apparecchiature, ecc. e con l'adozione di dispositivi, in genere automatici, che preservino gli stessi dai danni derivanti da irregolare esercizio; tali dispositivi sono basati sulla misura di determinate grandezze caratteristiche (tensione di corrente, temperatura, pressione, variazione di volume, sollecitazione, carico, ecc.) e sono scelti opportunamente secondo il mezzo utente: l'esempio più immediato è rappresentato dai fusibili inseriti in un circuito elettrico. Possono essere considerati fra i mezzi di protezione generale anche i sistemi di allarme.

Tecnica: la protezione di circuiti, utilizzatori e linee elettriche

Di particolare interesse sono la protezione di circuiti, utilizzatori, linee elettriche e la protezione dei materiali metallici. Nel caso dei circuiti vengono utilizzati interruttori automatici, fusibili, scaricatori, funi di guardia, sistemi schermanti, i quali intervengono automaticamente in caso di sovracorrenti (da guasto o cortocircuito interno al sistema), di sovratensioni (di origine atmosferica o da inefficiente regolazione del sistema di alimentazione), o di altre situazioni anomale che potrebbero danneggiare quanto è appunto “protetto”. La protezione contro sovracorrenti, detta sovente magnetotermica, viene realizzata anche a monte dei piccoli utilizzatori mediante interruttori capaci di intervenire automaticamente dopo che per un certo tempo la corrente controllata ha superato di valori limitati il massimo ammissibile (sovraccarico) per il gioco di un sistema termico che, riscaldandosi oltre il limite di taratura, fa scattare l'interruttore; in caso di sovracorrente di forte intensità interviene immediatamente un secondo dispositivo, a funzionamento elettromagnetico,che fa scattare l'interruttore. Negli utilizzatori di maggior potenza, e in impiantistica in genere, si utilizzano un interruttore di adeguate dimensioni e un certo numero di fusibili; l'interruttore può contenere incorporato il dispositivo sensibile all'intensità della corrente o essere asservito a un relè di massima corrente, inserito direttamente o attraverso un trasformatore di misura. Negli stessi casi, per la protezione contro massima tensione, è di solito inserito un relè sensibile alla tensione di alimentazione, che fa scattare uno o più interruttori se questa supera i valori ammissibili previsti. Per la protezione di minima tensione, invece, a monte di ogni utilizzatore viene posto un relè sensibile al valore della tensione che scatta quando questa scende al di sotto di un minimo prefissato e fa aprire l'interruttore di alimentazione. Per la protezione centrifuga o di sovravelocità, molte macchine portano sull'albero un sistema centrifugo che scatta se la velocità di rotazione supera limiti pericolosi, facendo aprire l'interruttore di alimentazione. La protezione da sovratemperature si attua disponendo, in varie zone di grandi macchine o impianti, sensori termici (termosonde), i quali, se la temperatura nella zona supera i valori ammessi, azionano allarmi (luci, campane, cicalini). Nei grandi impianti di distribuzione e di utilizzazione esiste anche una protezione differenziale, ottenuta con la disposizione in punti opportuni di interruttori automatici con capacità di interruzione e portata via via crescenti dalla periferia al centro. In tal modo, un guasto periferico fa scattare un interruttore periferico e mette fuori servizio soltanto una porzione limitata dell'impianto (quella sita a valle di esso), lasciando in funzione il resto. In tutti gli impianti, inoltre, norme precise impongono l'installazione di protezione antinfortunistiche: collegamento a una rete efficiente di terra di tutti gli utilizzatori, gli apparecchi, gli elementi metallici (anche di semplice sostegno); sistemazione di segregazioni imbullonate; porte e cancelli di accesso muniti di elettroserrature che ne consentono l'apertura soltanto quando la parte d'impianto cui consentono di accedere è stata isolata e i relativi sezionatori bloccati in posizione “aperta”; coltelli o altri dispositivi di messa a terra da azionare quando si debbano eseguire controlli, manutenzioni, riparazioni su macchine, apparecchiature, circuiti in genere. Il tema è assai complesso e ampiamente trattato da decreti presidenziali e norme ENPI. Il grado di protezione di un componente elettrico, rappresentato con la sigla IP seguita da due numeri, indica la capacità del componente di resistere all'intrusione di corpi estranei solidi (primo numero) e liquidi (secondo numero). Per esempio un componente elettrico con grado di protezione IP54 è in grado di resistere all'intrusione di polvere fine e a spruzzi di acqua provenienti da ogni direzione.

Tecnica: la protezione dei materiali metallici

Per i materiali metallici la protezione più importante è quella dalla corrosione e si può ottenere con numerosi metodi. In generale per diminuire la velocità di corrosione si agisce da un lato sul motore che produce l'attacco (cercando di renderlo minimo), dall'altro sulla resistenza di reazione del materiale (cercando di renderla massima). In particolare si interviene: con una scelta opportuna del materiale metallico da impiegare, favorendo inoltre la formazione di film o di strati di ossidi, ecc. (per esempio ossidazione anodica dell'alluminio), oppure attuando rivestimenti metallici particolari (metallizzazione, diffusione, ecc.) o non metallici (per esempio bonderizzazione, fosfatizzazione); con una diminuzione dell'aggressività dell'ambiente attraverso il controllo della temperatura, del pH, degli anioni aggressivi, o con l'uso di inibitori; con l'eliminazione o riduzione delle correnti disperse e con l'uso della protezione catodica o galvanica o anodica. La protezione catodica si realizza provocando un passaggio di corrente che circola dall'ambiente aggressivo al materiale da proteggere. Ciò si ottiene mediante sorgenti esterne di forza elettromotrice (protezione catodica impressa) o mediante accoppiamento galvanico del materiale metallico da proteggere con un altro a nobiltà minore (protezione catodica con anodi solubili o sacrifiziali). La protezione anodica si realizza con sorgenti esterne di forza elettromotrice applicando a un materiale metallico, suscettibile di transizione attivo-passiva, una tensione tale da condurlo nel campo di passività. Un effetto analogo può essere realizzato attraverso l'accoppiamento galvanico del materiale metallico da proteggere con un materiale più nobile che favorisca ancora la passivazione del primo. Merita infine un cenno la protezione dalla corrosione dovuta a correnti vaganti che interessa conduttori (per esempio tubazioni e serbatoi interrati) posti in ambienti (per esempio terreni) nei quali possono circolare correnti provenienti da circuiti disperdenti (per esempio rotaie). In questi conduttori si possono formare aree anodiche là dove la corrente passa dal conduttore stesso all'ambiente che lo contiene con conseguente corrosione del materiale; in tal caso la protezione si attua: diminuendo la resistenza ohmica del circuito disperdente o aumentando quella complessiva tra circuito disperdente e ambiente aggressivo e tra ambiente aggressivo e conduttore ambientale; aumentando la resistenza ohmica del conduttore ambientale (uso di giunti isolanti); con il drenaggio semplice o polarizzato; con l'uso di dispersori semplici o forzati.

Tecnica: la protezione del software

I reati di pirateria informatica hanno reso necessaria la protezione del software e dei dati, che può avvenire a diversi livelli, a costi e complessità crescenti. La protezione delle copie, il procedimento più semplice, ha la controindicazione di ostacolare il mercato delle copie autorizzate e di essere facilmente aggirabile. La validazione, ossia la tecnica per cui il software controlla il diritto d'uso dell'utente tramite chiavi e cablaggi personalizzati, offre una protezione intermedia che può essere aggirata scoprendo il codice di validazione. L'impiego della crittografia (l'informazione viene trasformata da un testo in chiaro a un testo cifrato) offre la massima sicurezza, ma richiede un hardware specializzato (i criptoprocessori), allunga i tempi e comporta problemi per la gestione delle chiavi. La decifrazione richiede una chiave specifica, diversa e indipendente da quella di codifica, che va personalizzata a un hardware abilitato e deve essere nota solo all'utilizzatore. Rientrano nelle tecniche di protezione anche le apparecchiature biometriche che misurano caratteristiche uniche: fisiche come le impronte digitali, la retina, la geometria della mano; comportamentali, come la voce, la dinamica della firma, il ritmo di battitura su una tastiera. In particolare la comunità finanziaria è interessata alle tecniche basate sulla validazione e la protezione della firma digitale. Le apparecchiature biometriche, oggi con costi piuttosto elevati ma decrescenti, potrebbero in un futuro prossimo venire integrate nell'elaboratore e far parte quindi del corredo di funzioni di un PC, assieme ad altre oggi opzionali quali l'integrazione in rete (modem).

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