pulvino

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sm. [sec. XV; dal latino pulvīnus, propr., cuscino, guanciale].

1) Blocco lapideo sovrapposto al capitello della colonna con la duplice funzione di raccordo e di concentrazione di carichi tra l'arco sovrastante e il capitello stesso. Ha per lo più forma tronco-piramidale, essendo lo spessore murario dell'arco generalmente maggiore di quello del capitello. Sperimentato già nell'architettura tardoromana, è un elemento tipico dell'architettura bizantina e ravennate.. Può avere le superfici lisce o essere decorato con motivi floreali, geometrici e simbolici (S. Vitale a Ravenna, S. Demetrio a Salonicco).

2) Rigonfiamento basale che si può ritrovare sul picciolo di molte foglie, per lo più nel punto di inserzione sul fusto o, se si tratta di foglie composte, sul rachide come nella robinia. La variazione di turgore delle cellule a livello di questa struttura può determinare dei movimenti delle foglie, come per esempio i movimenti di sonno del trifoglio o quelli della mimosa sensitiva. Si intende anche la forma arrotandata e prostrata al suolo di alcuni arbusti o Camefite, adattamento a condizioni di estremo gelo (per esempio i pulvini di Silene acaulis o di Fredolia aretioides).

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