Lessico

sm. e avv. [sec. XIII; dal latino punctum, da pungĕre, pungere].

1) Sm., segno grafico consistente in una macchiolina di dimensioni piccolissime, come quella prodotta da un tocco di punta della penna: sulla carta geografica sono segnate con un punto le vette dei monti. In particolare, quello che, nella scrittura o nella stampa, si pone sulla i minuscola, al termine di una parola abbreviata (agg. = aggettivo), oppure e usato come segno d'interpunzione, come segno diacritico e, in matematica e in musica, come simbolo con un det. valore convenzionale: punto centrato, simbolo di moltiplicazione; due punti, simbolo di divisione; come segno d'interpunzione, vedi punteggiatura; nella notazione occidentale moderna, segno che, posto a destra di una nota o di una pausa, ne accresce della metà il valore. Il punto può anche essere doppio o triplo; in tale caso il secondo e il terzo punto prescrivono un aumento di valore uguale alla metà del valore del punto precedente. Anche indicazione esecutiva che, posta sopra una nota, ne prescrive l'esecuzione con lo staccato. Nelle loc. fig.: mettere i punti (o i puntini) sulle i, precisare qualche cosa con la massima esattezza, con eccessiva pignoleria; far punto, smettere, fermarsi: punto e basta!, per troncare una discussione o per esprimere la propria decisione di finire, di troncare qualche cosa; è un punto interrogativo, di persona dal contegno misterioso o di cosa che non si sa come si concluderà.

2) Qualunque oggetto o segno che sia o paia piccolissimo, simile a una macchiolina: le stelle sono per noi dei punti luminosi; anche fig.: “che fu quel punto acerbo / che di vita ebbe nome?” (Leopardi). In particolare, piccola macchia di colore diverso dal colore del fondo: una stoffa blu a punti rossi; punti neri, i comedoni; punto nero, fig., piccola difficoltà, ostacolo in una situazione peraltro favorevole, fatto negativo in una situazione complessivamente positiva. Comune in questi significati il dim. puntino.

3) Ciascuna delle unità che insieme costituiscono il voto scolastico; anche il voto stesso: dieci è il punto massimo; ha meritato punti altissimi. Per estensione, ciascuna delle unità che si assumono come elemento di valutazione, che costituiscono il punteggio in alcuni giochi e sport, nelle quotazioni di borsa, nei concorsi a premi e simili: nella briscola l'asso vale undici punti; la nostra squadra ha segnato tre punti; le azioni sono scese di due punti; andare a punti, nel gioco delle bocce o del biliardo, scegliere, tra i vari colpi effettuabili, di tirare la propria boccia il più possibile vicino al pallino o boccino segnando un punto a proprio favore. In particolare, buono premio che permette di partecipare a un concorso: fare la raccolta dei punti che si trovano su ogni confezione dei prodotti della ditta X. Nella loc. dar dei punti, di un giocatore che concede all'avversario un vantaggio iniziale; fig., essere superiore, più abile e simili; nella sua materia dà dei punti a tutti.

4) In geometria, ente della retta, del piano o dello spazio ordinari al quale è possibile assegnare una posizione, ma che non possiede estensione e cioè è privo di lunghezza, larghezza e altezza. Per estensione, in matematica, elemento di un qualsiasi insieme dotato di struttura determinata tale da fargli assumere il nome di spazio. Punti singolari, punti critici, punti algebroidi di una funzione analitica; per i punti di diramazione, vedi diramazione; per i punti angolosi, punti di contatto, punti cuspidali, punti nodali, punti doppi, punti multipli di una curva, vedi curva; per i punti ciclici, vedi ciclico; per i punti di discontinuità di una funzione, vedi continuità; per i punti ellittici, punti iperbolici, punti parabolici, punti ombelicali, od ombelichi, di una superficie, vedi superficie. Nell'uso comune, posizione nello spazio o su una superficie: individuare il punto dell'orbita in cui si trova un satellite artificiale; l'equatore passa per i punti della superficie terrestre equidistanti dai due poli. In particolare, punti cardinali, l'Est, l'Ovest, il Nord e il Sud; punto o punto nave, posizione di un natante, rispetto a un sistema di riferimento, in un determinato istante; punto di riferimento, elemento noto del terreno (monte, costa, capo, porto, faro, ecc.) che serve per determinare una posizione relativamente a tale elemento; fig., ogni cosa che può servire da termine di orientamento o di confronto: fare il punto, rilevare la posizione della nave; fare il punto su una questione, riassumerla, stabilirne esattamente i termini e decidere sul da farsi; di punto in bianco, improvvisamente, senza preavviso, senza nessuna preparazione: non posso risponderti di punto in bianco; punto di vista, il punto, la posizione da cui si guarda un oggetto; fig., modo di vedere, di giudicare una cosa, criterio, parere: secondo il mio punto di vista ha ragione lui; punto morto, il punto in cui una forza meccanica cessa di agire; fig., difficoltà, ostacolo che non si riesce a superare, momento di stasi involontaria: le trattative sono giunte a un punto morto. Con accezioni specifiche: A) In motoristica, punto morto, estremo della corsa di uno stantuffo in moto alternativo: esistono due punti morti caratteristici, quello superiore (PMS), che è l'estremo della corsa più lontano dall'asse di rotazione dell'albero, e quello inferiore (PMI), che è l'estremo opposto. Tali punti vengono detti morti in quanto in essi lo stantuffo cambia verso di corsa e può quindi, almeno per un tempo infinitesimo, immaginarsi fermo. B) In araldica: "Per l’araldica vedi il disegno a pg. 124 del 18° volume." "Per l'araldica vedi figura al lemma del 16° volume." a) Scudo a punti equipollenti, quello partito in due e troncato di due, ossia scaccato di nove scacchi a smalti alternati; b) Ciascuna delle parti in cui convenzionalmente si divide lo scudo per facilitarne il blasonamento. La divisione più comunemente adottata è quella dovuta al punto Ménestier per la quale la corrispondenza dei punti con le lettere alfabetiche è questa: A=canton destro del capo; B = punto del capo; C = canton sinistro del capo; D = punto destro del punto d'onore; E = punto d'onore; F = punto sinistro del punto d'onore; G = fianco destro; H = cuore o abisso; I = fianco sinistro; K = punto destro del bellico; L = bellico; M = punto sinistro del bellico; N = destro canton della punta; O = punta; P = canton sinistro della punta. C) In un sistema aureo puro, punto dell'oro, limiti entro cui possono oscillare i cambi esteri.D) In ottica, punto luminoso, sinonimo di sorgente luminosa puntiforme; per i punti coniugati e la formula dei punti coniugati, per i punti cardinali, i punti focali, i punti nodali e i punti principali, vedi sistema.

5) Luogo determinato, posto: il punto d'incontro di due strade; il punto dove è avvenuto l'incidente; punto di vendita, negozio in cui si vende un dato prodotto; punto d'appoggio, superficie di area limitata su cui grava il carico della struttura sovrastante; punto di saldatura, piccola zona dei lembi di due lamiere sovrapposte nella quale è stata realizzata la fusione del materiale e l'unione delle lamiere stesse; punto dolente, area cutanea, corrispondente a un organo anatomico profondo, la cui compressione, se tale organo è malato, provoca dolore; fig., argomento delicato, questione scottante e simili. Per estensione, passo di uno scritto, di un discorso, di un film e simili: questo è il punto più divertente del romanzo. In particolare: articolo, capoverso all'interno di un discorso organico: è in discussione il punto due della legge; singolo argomento, questione determinata: un punto controverso; su questo punto non sono d'accordo. Nelle loc.: punto per punto, dettagliatamente: raccontare un fatto punto per punto; veniamo al punto, all'argomento principale; questo è il punto!; qui sta il punto!, il difficile, il complicato, il nocciolo della questione; punto d'onore, questione d'onore, puntiglio. Con accezioni specifiche: A) In astronomia, per i punti cardinali, vedi cardinale; per i punti draconitici, o punti draconici, o punti nodali, vedi draconitico; per i punti solstiziali, vedi solstizio; per i punti lagrangiani, vedi meccanica celeste; punto neutro, punto posto fra la Terra e la Luna (a ca. 340.000 km dalla Terra) nel quale l'attrazione gravitazionale della Terra e quella della Luna sono di pari intensità e di direzione opposta. Un veicolo spaziale potrebbe giungere in questo punto con velocità di poco superiore allo zero per raggiungere ugualmente la Luna. Il punto neutro è il primo punto lagrangiano del sistema Terra-Luna. Punti equinoziali, sono le intersezioni dell'eclittica con l'equatore; sono più noti come primo punto d'Ariete, o punto gamma, o primo punto della Libra, in quanto giacevano, all'epoca di Ipparco, all'interno delle due costellazioni, mentre oggi si trovano nelle costellazioni dei Pesci e della Vergine. Quando il Sole attraversa da S a N l'equatore passando per il punto γ ha inizio la primavera e, viceversa, quando il Sole attraversa da N a S l'equatore passando per il punto γ ha inizio l'autunno. B) In medicina, termine generico di largo uso per indicare sia una formazione anatomica, o una sua parte, dall'area assai piccola e per lo più puntiforme (punto cieco dell'occhio), sia un'area ben delimitata della superficie corporea che, in semeiotica, può esser presa a riferimento di strutture sottostanti (punto celiaco, punto cistico). Punto lacrimale, piccolo orificio sito sulla pupilla lacrimale, corrispondente all'imboccatura degli omonimi canali; punto di ossificazione, area cartilaginea in cui inizia il processo di ossificazione dello scheletro. C) Nei grafici di redditività relativi alla pianificazione aziendale: punto morto o di rottura o critico o di pareggio, rappresenta quella particolare quantità di prodotto venduto in corrispondenza della quale avviene l'uguaglianza fra costi totali e ricavi totali. Lo studio del punto di pareggio viene spesso supportato dall'ausilio di una rappresentazione grafica, attraverso diagrammi cartesiani (profittogramma). Più in generale, nelle analisi sulla redditività aziendale, vengono a volte individuati anche altri punti di significanza economica, fra i quali ricordiamo: il punto di massimo profitto, determinato da quella quantità di prodotto venduto in cui si verifica l'incontro fra la curva dei costi marginali e la retta del prezzo di vendita, e il punto di chiusura, nel quale viene a manifestarsi una situazione di uguaglianza fra costi e ricavi totali, sostituita da perdite nel caso in cui si decidesse di aumentare o diminuire la quantità prodotta venduta. Sempre nell'ambito aziendalistico, frequente è l'utilizzo dell'espressione punto di vendita, non solo per indicare semplicemente il luogo fisico in cui si svolge il commercio al dettaglio (o all'ingrosso) ma anche la formula distributiva a esso legata e caratterizzata dall'estensione della superficie dei locali, dall'ampiezza dell'assortimento, dalla politica di prezzo adottata, dai servizi forniti alla clientela, ecc.

6) In termologia indica un valore della temperatura in corrispondenza del quale si producono determinati fenomeni fisici: per esempio, punto di fusione, punto di ebollizione, ecc. Più specificamente: punto di trasformazione, la temperatura in corrispondenza della quale avviene un fenomeno di particolare interesse metallurgico. Così, si parla di punto di trasformazione allotropica, di punto di trasformazione eutettica, peritettica, ordine-disordine, ecc. (vedi diagramma di stato); punto critico, temperatura alla quale avviene la trasformazione del ferro γ in ferro δ (A4), del ferro γ in ferro α (A₃), dell'austenite in perlite (A₁); punto di Curie.

7) Per analogia, valore di una qualsiasi grandezza: punto di rottura, condizione in cui una struttura cede al carico; fig., situazione in cui si sfalda un accordo precedente; in meteorologia, punto di rugiada. Per estensione, gradazione, sfumatura di un dato colore: un bel punto di rosso; grado, stadio dello svolgimento di un'azione, momento di un processo: il giusto punto di cottura; a che punto sei col tuo lavoro? Nelle loc.: punto critico, quello in cui un fenomeno raggiunge la massima intensità; fig., momento difficile o imbarazzante; essere a buon punto, aver progredito nello svolgimento di un'azione, nello sviluppo di un programma, essere prossimi alla fine di un lavoro; arrivare a buon punto, nel momento opportuno; di tutto punto, compiutamente: si vestì di tutto punto; mettere a punto una macchina, un congegno, metterli in condizione di funzionare perfettamente; mettere a punto una questione, chiarirne, specificarne i termini; a punto (più comunemente a puntino), con precisione e proprietà: ha fatto ogni cosa a puntino. Anche grado, situazione che si considerano estremi; limite, termine: sono soddisfatto fino a un certo punto; è arrivato al punto di litigare.

8) Istante, momento determinato: sono entrato nel punto in cui iniziava il film. Nelle loc. fig. ed estens.: essere sul punto di fare una cosa, accingersi a farla, stare per farla; in punto di morte, nel momento in cui uno sta per morire; in punto, riferito all'ora esatta: era mezzogiorno in punto; arrivare in punto, al momento preciso, puntualmente; giunsero in un punto, contemporaneamente.

9) Nel cucito l'atto di passare e ripassare l'ago con il filo attraverso la stoffa; anche il tratto di filo che rimane teso tra i due fori: punti radi, fitti; punti a giorno; dare un punto, qualche punto, cucire, rammendare, ricamare per breve tempo. Nel lavoro a maglia, ciascuna delle maglie fatte con i ferri: diminuire, crescere dieci punti. Per estensione, punto metallico, sottile filo metallico, di solito di rame, piegato a ê utilizzato per unire due o più fogli di vari materiali mediante cucitrice manuale, che ne ribalta le punte.

10) In metrologia, unità di misura tipografica, che vale 0,376.065 mm, detta anche punto Didot (vedi misura tipografica). Anche la centesima parte del carato.

11) Avv., niente affatto, per niente, per lo più preceduto da negazione: non mi piace punto; non sono punto contento; non ti credo né punto né poco. Nell'uso toscano anche senza la negazione: una donna punto sincera. Anche agg., toscano, nessuno, niente: non ho punta fame.

Fisica

Punto materiale è il modello più semplice introdotto per lo studio del moto di un corpo; prescindendo dalle dimensioni, dalla forma e dalle caratteristiche chimico-fisiche del corpo, lo si assimila a un punto dotato di massa. Questa approssimazione è accettabile quando le dimensioni del corpo sono molto piccole rispetto a quelle del campo di moto; la Terra, per esempio, può essere assimilata a un punto materiale in molti problemi astronomici, ma non può essere considerata tale se si vogliono studiare la sua forma, certi suoi moti, ecc. In particolare, punto mobile, punto suscettibile di posizioni diverse rispetto a un osservatore, sempre individuabile nelle sue varie posizioni; punto vincolato, quello che non può assumere posizioni diverse a causa dell'esistenza di ben determinati vincoli.

Geologia

Prendono il nome di punti caldi aree di vasti sollevamenti crostali nelle quali si verificano fenomeni vulcanici caratterizzati da lave basaltiche, più alcaline di quelle emesse dalle dorsali oceaniche. Nell'ambito della teoria della tettonica delle placche si pensa che i punti caldi siano la manifestazione superficiale dei pennacchi astenosferici, cioè di quelle correnti ascensionali di materiale parzialmente fuso dell'astenosfera che si verificano al centro o ai bordi dei circuiti convettivi del mantello superiore o, addirittura, provenienti dalle parti più profonde del mantello stesso. Un censimento globale ha permesso di accertare l'esistenza di 122 punti caldi attivi, sparsi sulla superficie terrestre; tra questi, i più importanti per le manifestazioni vulcaniche cui danno origine, sono quelli che determinano il vulcanismo dell'Islanda, delle Azzorre, di Tristan da Cunha, nell'Oceano Atlantico e quello delle isole Hawaii-Catena dell'Imperatore nell'Oceano Pacifico. Secondo la teoria, essendo i punti caldi legati a fenomeni profondi, essi non sono soggetti al movimento delle placche; rappresentano pertanto dei punti fissi del globo, sopra i quali scorrono lentamente le placche litosferiche. Il passaggio sopra il punto caldo si manifesterebbe con la creazione di un edificio vulcanico. Pertanto, la presenza di edifici vulcanici via via più giovani, allineati lungo una direttrice, rappresenta la migliore testimonianza della direzione di spostamento nel tempo di una placca litosferica.

Oculistica

Nell'osservazione di punti luminosi da parte dell'occhio umano, sono detti punto prossimo e punto remoto la posizione dell'oggetto corrispondente alla minima distanza e quella corrispondente alla massima distanza per cui l'immagine è nitida; corrispondono rispettivamente al massimo e al minimo potere diottrico compatibili con l'accomodamento. Per un osservatore emmetrope il punto remoto è all'infinito (in teoria, poiché in pratica l'osservazione è impedita dall'assorbimento dell'aria) e il punto prossimo è a distanza variabile con l'età, da ca. 8 cm a 10 anni a ca. 20 cm a 40 anni (e a ca. 1 m, come effetto di presbiopia, a 60 anni). Le due distanze dell'occhio dal punto prossimo e remoto si chiamano anche distanza massima e minima della visione distinta. La posizione convenzionale del punto prossimo utilizzata per questioni relative agli strumenti ottici è detta punto prossimo convenzionale e vale 250 mm.

Ricamo

Innumerevoli sono i modi di lavorare con un filo su un tessuto (cucito, ricamo, tappezzeria) o di produrre un tipo di tessuto (merletto, maglia, uncinetto) mediante l'intreccio del filo. Si nominano qui solo i punti principali, rimandando per la descrizione alle singole voci. Nel cucito il punto più semplice è la filza (che è anche alla base del rammendo), cui seguono il punto indietro, il sopraggitto, il punto d'orlo o sottopunto, ecc. Tra cucito e ricamo stanno i punti a giorno (o ajour), che richiedono l'eliminazione di un certo numero di fili dalla trama del tessuto: gigliuccio, punto quadro, ecc. Nel ricamo si va dai punti più semplici, come il punto erba, il punto catenella, il punto in croce, ai più complessi: punto ombra, punto festone o smerlo, punto raso, nido d'ape o punto smock, punto rodi, punto pieno, punto palestrina, ecc. Nel ricamo a tappezzeria i punti base con cui si ricopre il tessuto per esteso sono il piccolo punto e il mezzo punto; a essi si affiancano punti più a effetto come il punto stuoia o il punto fiamma. Nei merletti ad ago talvolta il punto base prende il nome del merletto stesso: così per esempio per il punto Venezia, d'Alençon, di Bruxelles, Irlanda, ecc. Nella maglia è utilizzata tutta un'altra serie di punti, derivati dalle innumerevoli combinazioni dei due punti base, diritto e rovescio: punto rasato, punto legaccio, punto a coste, punto inglese, punto tunisino, i traforati, ecc. Due sono i punti base anche nella lavorazione a uncinetto: punto basso e punto alto.

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora