quòrum

sm. inv. [sec. XVI; dal latino quorum, propr., dei quali, usato ellitticamente nel Medioevo per indicare una parte qualificata di un'assemblea]. Nel linguaggio giuridico, la quota, in numeri assoluti o in percentuale, dei voti o dei votanti richiesto perché un candidato risulti eletto o perché siano valide le decisioni di un'assemblea, di un'adunanza o di un collegio. Nell'ipotesi di maggioranza assoluta, per esempio, il quorum richiesto è della metà più uno dei voti. In relazione alle vicende parlamentari italiane, il quorum per la convocazione straordinaria della Camera è di un terzo dei suoi componenti. Nelle elezioni presidenziali, quorum indica il limite minimo dei due terzi dei voti richiesto nelle prime tre votazioni perché un candidato possa essere proclamato presidente della Repubblica (vedi anche elezione).

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