rógna

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sf. [sec. XIII; forse dall'incrocio del latino aranĕa, ragnatela e più tardi erpete, con rodĕre, corrodere].

1) In agraria, nome di varie malattie di origine batterica e fungina che colpiscono diverse specie di piante coltivate. Una delle più note è la rogna (o carie) dell'olivo, diffusa in vari Paesi del bacino mediterraneo, il cui agente eziologico è il batterio Pseudomonas savastanoi, che infetta le piante attraverso tagli o ferite di varia natura e provoca la formazione di minuscoli tumori, grandi al massimo come una noce, dapprima lisci e poi duri, legnosi e screpolati, con una cavità all'apice, che si sviluppano specialmente sui rami, facendoli disseccare; la cura si fa recidendo i rametti secchi o ammalati e lavando e intonacando le ferite. La rogna nera della patata è prodotta dal fungo Synchytrium endobioticum, che provoca sulle parti basali della pianta, e soprattutto sui tuberi in corrispondenza degli occhi, la formazione di numerosi tubercoli a superficie verrucosa, prima biancastri e poi neri; in Italia la malattia si presenta solo raramente. Per la rogna della vite, vedi tubercolosi.

2) Nome popolare della scabbia. Fig. spregiativo, smania di attaccar briga a proprio rischio e pericolo: ha trovato chi gli gratta la rogna; quindi anche briga, grana: sei in cerca di rogna?; cosa o persona assai molesta e fastidiosa: che rogna quel lavoro! Non comune, vizio, colpa morale: “E lascia pur grattar dov'è la rogna” (Dante).

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