raddrizzaménto

sm. [da raddrizzare]. Atto ed effetto del raddrizzare. In particolare: A) in elettrotecnica, trasformazione di una corrente alternata in una continua o quanto meno unidirezionale; in particolare si ha il raddrizzamento di una semionda o di un'onda completa quando, operando su un segnale periodico alternato, in corrispondenza di un dato segno del segnale di ingresso si ha rispettivamente un segnale nullo o di segno invertito in uscita. Il raddrizzamento viene effettuato mediante raddrizzatori e mutatori. B) Dislocazione di strati rocciosi operata da forze endogene, prevalentemente tettoniche, tale da provocarne una giacitura subverticale. C) In fotogrammetria, complesso delle operazioni che consente di ottenere da un fotogramma di una zona di terreno necessariamente pianeggiante un'immagine fotografica in proiezione ortogonale sul piano di riferimento, dopo averne fissata la scala. Unendo più fotogrammi raddrizzati si ottiene un fotopiano, cioè un elaborato fotografico che, con l'aggiunta della toponomastica, può sostituire la carta topografica tradizionale. Da un fotopiano si può ottenere anche una carta topografica, se si disegnano a segno convenzionale su un supporto trasparente sovrapposto al fotopiano i particolari del terreno lucidandoli dall'immagine fotografica. Nel caso che il fotogramma sia perfettamente nadirale, cioè realizzato con l'asse ottico della macchina da presa verticale, il raddrizzamento si riduce a un semplice ingrandimento fotografico. In caso contrario è necessario impiegare uno strumento, detto raddrizzatore, il quale proietta il fotogramma su un piano coniugato che forma un angolo α uguale a quello che il terreno ha con il piano del fotogramma stesso.

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