radiobiologìa

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sf. [sec. XX; radio-+ biologia]. Branca della biofisica che descrive gli effetti delle radiazioni sulla materia vivente e, in particolare, il meccanismo che li provoca. La radiobiologia si è sviluppata soprattutto dopo che H. J. Muller (1927) scoprì che le radiazioni provocano nelle cellule germinali di Drosophila un aumento delle mutazioni, in quanto alterano il patrimonio ereditario. Da allora sono stati condotti numerosi studi sugli effetti delle radiazioni sia elettromagnetiche sia corpuscolari. Le ricerche di radiobiologia possono essere suddivise in tre gruppi, secondo lo scopo che si prefiggono. Studiano: gli effetti morfologici e funzionali provocati da radiazioni ionizzanti sulla materia vivente (cellule, tessuti, organi); le relazioni intercorrenti tra radiazioni ionizzanti e materia vivente; infine l'impiego delle radiazioni per modificare la struttura o per marcare determinati sistemi biologici allo scopo di approfondirne la conoscenza (vedi anche radioattività e radioisotopo).

Bibliografia

V. P. Bond, T. M. Eliedner, J. O Archambeau, Mammalian Radiation Lethality: a Disturbance in Cellular Kinetics, New York, 1965; M. M. Elkind, G. F. Sutton, Radiobiology of Coltured Mammalian Cells, Gordon Breach, 1967; F. Cusmano, Elementi di radiobiologia, Parma, 1990.

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