Descrizione generale

sm. [sec. XX; radio-+faro]. Emittente che diffonde in tutte le direzioni o in direzioni preferenziali, sul piano orizzontale e su quello verticale, segnali radioelettrici, rilevabili da parte di mezzi aerei o navali mediante opportuni apparati riceventi di bordo, e che, elaborati, forniscono indicazioni di linee di posizione, distanze e altri elementi atti alla navigazione. I radiofari possono essere semplici emittenti di onde portanti continue, che all'ascolto si odono come fruscii, interrotte soltanto, a intervalli regolari, da segnali Morse (di norma a tre lettere) che indicano il nominativo pubblicato della stazione. Le emissioni possono essere anche molto complesse e i segnali variamente codificati; oppure i radiofari sono impiegati in catena di emittenti sincronizzate fra loro, poste in vicinanza o anche a molti chilometri di distanza fra loro. Secondo la posizione dell'antenna emittente e della potenza irradiata, ogni radiofaro ha una data portata utile di lavoro (generalmente da 50 a 100 miglia marittime), oltre la quale i rilevamenti divengono meno attendibili.

Radiofari omnidirezionali

Si possono avere diversi tipi di radiofari. Nei radiofari omnidirezionali (o a emissione circolare), il segnale emesso uniformemente tutto attorno permette con un rilevamento (per esempio radiogoniometro tipo ADF), la determinazione di una retta di posizione definita dalle coordinate geografiche del radiofaro e dal punto nave (indeterminato) lungo la retta. È sufficiente però il rilevamento di un altro radiofaro perché si ricavi subito la posizione del mezzo mobile. I radiofari di questo tipo (per esempio gli NDB) sono opportunamente distribuiti lungo le coste in modo da assistere efficacemente la navigazione specie nei punti più pericolosi.

Radiofari direzionali

Realizzati generalmente con antenne fisse e rotanti con velocità angolare costante, i radiofari direzionali corrispondono come funzionamento ai fari ottici a lampi colorati. In corrispondenza, infatti, di date direzioni emettono predeterminati segnali di riconoscimento in codice Morse (punti e linee). Il riconoscimento di detti segnali permette così al mezzo mobile di determinare immediatamente la propria posizione relativa. Un radiofaro di questo tipo associato al VOR in navigazione aerea di crociera e al sistema ILS per l'avvicinamento a un aeroporto è il marker o avvisatore: si tratta di una emittente ad alta frequenza fissa (75 MHz) che irradia un fascio o ventaglio (fan) verticale di radioonde che modulano continuamente una sola lettera alfabetica. Il suo unico scopo è segnalare il passaggio del mezzo sulla verticale di un punto notevole della rotta, il solo in cui i suoi segnali sono rilevabili.

Radiofari a interrogazione

Sono radiofari omnidirezionali prevalentemente impiegati per la radioassistenza degli aerei. Con uno speciale radiogoniometro l'antenna direzionale dell'aeromobile viene orientata verso il radiofaro che viene “interrogato”, mediante un impulso radio, da un dispositivo accessorio che provoca l'invio di un impulso di “risposta”. Dal tempo di ritardo che intercorre fra “domanda” e “risposta” si ricava la distanza tra radiofaro e mezzo mobile che viene solitamente letta con una comoda presentazione digitale (sistemi Tacan e VOR/DME). Si ha così un completo rilevamento polare (direzione, verso e distanza quale modulo del vettore) che permette, in base alla posizione del radiofaro, di ricavare quella dell'aereo. Si realizzano in pratica portate utili di lavoro che possono arrivare alle 100 miglia marittime in mare e possono risultare anche sensibilmente superiori per la navigazione aerea.

Radiofari personali di emergenza

Sono utilizzati nei servizi SAR (Search And Rescue, ricerca e recupero), per lo più per i piloti degli aerei militari, ma il loro uso è stato esteso agli impieghi civili. Tale radiofaro è costituito da una minuscola stazione radiotrasmittente (un astuccio di 10 o 15 cm di lunghezza) che emette un segnale radio di uno o due decimi di watt di potenza. Tale debole emissione è però sufficiente per essere captata da mezzi transitanti nella zona (per esempio aerei di linea che, da notevole quota, sorvolano buona parte della superficie terrestre) e quindi permette ai mezzi di soccorso di puntare direttamente, tramite un radiogoniometro, sul radiofaro intercettato e sul relativo operatore in difficoltà. I primi due tipi di radiofaro citati operano prevalentemente nella gamma dai 200 ai 500 MHz mentre gli altri due utilizzano le bande delle onde metriche dai 108 ai 120 MHz per i sistemi Tacan e VOR e le frequenze di 121,5 o 243 MHz per i radiofari di emergenza.

Radiofari d'impiego militare

In campo militare, speciali radiofari, montati a bordo di aerei, vengono impiegati per la radioguida di missili; questi vengono diretti con altissima precisione sul bersaglio a mezzo di radiofari costituiti da fasci di microonde di frequenza molto elevata. In pratica il bombardamento viene guidato dall'emissione di raggi laser puntati sugli obiettivi da colpire o dall'energia radio che viene da essi riflessa.

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