Definizione

agg. e sm. [radio-+protettore]. Di qualsiasi sostanza capace di proteggere gli organismi animali dagli effetti lesivi delle radiazioni ionizzanti. Occorre distinguere: la radioprotezione preventiva, che si prefigge di limitare i pericoli di irradiazione in soggetti potenzialmente esposti o di evitare l'accumulo di materiale radioattivo fino a livelli dannosi; la radioprotezione terapeutica, che si attua su soggetti già esposti alle radiazioni ionizzanti con lo scopo di combattere le alterazioni e i disturbi da queste provocati.

Radioprotezione terapeutica

Nell'ambito della radioprotezione terapeutica non sono ancora disponibili farmaci capaci di influire positivamente sul decorso della sindrome da irradiazione acuta nell'uomo. Le conseguenze letali dell'irradiazione derivano essenzialmente dalla sindrome emorragica e dalla tossiemia di origine citolitica e infettiva; ciò giustifica l'impiego terapeutico delle vitamine del gruppo B (piridossina, acido folico, vitamina B₁₂) e delle vitamine C e K, accanto alla chemioprofilassi antibiotica. Più promettenti appaiono i risultati dei trapianti di midollo osseo nel soggetto irradiato, per i quali sussistono le difficoltà di attecchimento e i ben noti pericoli di rigetto al pari delle altre pratiche di trapianto. I migliori risultati sono stati ottenuti finora con trapianti di midollo autologo (fornito dallo stesso individuo irradiato) o isologo (fornito da individui istocompatibili della stessa specie). Vari farmaci radioprotettori sono stati introdotti in medicina per combattere i disturbi conseguenti alle applicazioni radioterapiche. Quasi tutti i composti adoperati hanno proprietà riducenti, e ciò si spiega con il fatto che i danni da irradiazione dipendono in gran parte dalla formazione di acqua ossigenata e di radicaliossidanti nei tessuti. I più noti farmaci radioprotettori sono i derivati del tiouronio, il glutatione, la cisteina, la cisteamina e altri composti nella cui struttura sono presenti gruppi sulfidrilici –SH, capaci di sostituirsi ai gruppi sulfidrilici delle proteine tessutali nella reazione con le sostanze ossidanti formatesi nell'interno delle cellule esposte alle radiazioni.

Radioprotezione preventiva

Nell'ambito della radioprotezione preventiva, i procedimenti seguiti variano secondo le modalità con le quali si verifica la contaminazione (fallout radioattivo, contaminazione interna per assorbimento di isotopi radioattivi, ecc.). Una caratteristica comune di tutti i metodi di radioprotezione è il loro obiettivo di allontanare con la massima rapidità possibile l'agente contaminante, impedendo a questo di esercitare i suoi effetti dannosi sull'organismo. Un elemento importante ai fini della radioprotezione preventiva è il fatto che gli isotopi radioattivi hanno le stesse caratteristiche chimiche degli isotopi stabili. Ciò ne permette l'identificazione e il dosaggio con i metodi classici della chimica analitica e la neutralizzazione a opera dei chelanti. Le sostanze chelanti hanno la proprietà di formare complessi solubili con gli isotopi radioattivi con i quali vengono a contatto; tali complessi vengono rapidamente eliminati dall'organismo attraverso gli organi emuntori, e ciò impedisce l'accumulo dell'isotopo nei tessuti.

Trovi questo termine anche in:

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora