rappresentazióne

Indice

Lessico

sf. [da rappresentare].

1) Il rappresentare; ciò che viene rappresentato: la rappresentazione di una figura, del carattere di un personaggio;rappresentazione simbolica, indicazione di un'entità mediante un segno convenzionale.

2) Ciò che è presente alla mente e costituisce il contenuto proprio dell'atto conoscitivo.

3) Spettacolo teatrale o cinematografico; il complesso delle attività mediante le quali si realizza uno spettacolo: assistere a una rappresentazione dell'Otello. In particolare, per sacra rappresentazione, vedi sacro.

4) In psicologia, rappresentazione spaziale, fattore dell'intelligenza consistente nella capacità di riprodurre mentalmente i rapporti spaziali esistenti in una data situazione fra gli elementi che la compongono.

5) Rappresentazione collettiva, modo di porsi davanti a problemi e fenomeni sociali, tipico di un determinato gruppo. Un complesso di rappresentazioni collettive crea una coscienza collettiva e contribuisce perciò, come fu messo in luce soprattutto da Émile Durkheim, a rafforzare la coesione di un gruppo e a rendere più solida la rete delle relazioni reciproche fra i suoi membri.

6) In matematica, corrispondenza tra due insiemi che associa a ogni elemento del primo insieme un elemento del secondo.

7) In cartografia, proiezione le cui equazioni della carta non seguono le regole della geometria proiettiva, ma sono costruite stabilendo a priori relazioni analitiche in grado di soddisfare determinate condizioni (per esempio di essere conformi, come quella di Mercatore, oppure equivalenti, come quella di Lambert).

8) In diritto, istituto successorio con il quale la legge concede ai discendenti di subentrare nei diritti di successione spettanti al loro ascendente quando questi non può o non vuole accettare l'eredità o il legato. La rappresentazione può aver luogo, però, soltanto quando il chiamato che non può o non vuole accettare sia un figlio o un fratello o una sorella del defunto; è perciò esclusa quando si tratti, invece, di un estraneo o di altro parente del testatore. La rappresentazione opera sia quando la chiamata a favore del cosiddetto “rappresentato” non può verificarsi (per esempio per premorienza), sia quando vi sia stata una prima chiamata ma questa sia caduta, per esempio per indegnità o per rinuncia. Nel caso di successione testamentaria la rappresentazione non può operare se il testatore ha provveduto alla sostituzione; nella rappresentazione la divisione si fa per stirpi: ossia i discendenti subentrano tutti in luogo del capostipite, indipendentemente dal loro numero, e lo stesso criterio si applica anche qualora uno stipite abbia prodotto più rami. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le norme contenute negli articoli 467 e 468 del Codice Civile che escludevano dalla rappresentazione il figlio naturale del figlio o del fratello del testatore, purché non avesse discendenti legittimi.

Filosofia

La rappresentazione si richiama al concetto aristotelico di fantasia, come moto, mutamento prodotto nell'anima da una sensazione riproducente l'oggetto, e quindi vera o falsa secondo la sua fedeltà a questo; essa si compone pertanto d'intellezione e di percezione. Gli stoici considerarono la fantasia come l'impronta prodotta nell'anima razionale dagli oggetti del senso o dell'intelletto. Sulla base delle dottrine antiche, gli scolastici formularono il concetto di rappresentazione come di una similitudo della cosa, contenuta nel nostro intelletto. San Tommaso distingueva tra la species impressa e la species expressa, cioè tra la specie intelligibile che attualizza l'intelletto in presenza dell'oggetto e l'intenzione della cosa intelletta, rappresentazione dell'oggetto non attualmente presente: in ambo i casi la rappresentazione è un'immagine formata nell'intelletto e riferentesi all'oggetto esterno di cui contiene i caratteri distintivi. Il nominalismo della tarda Scolastica vide invece nella rappresentazione un puro segno dell'oggetto di conoscenza. Simile è la posizione di Locke, mentre Leibniz concepì la rappresentazione come riunificazione del molteplice in unità che si attua come stato passeggero in ciascuna monade. La diffusione del concetto di rappresentazione fu dovuta peraltro a Wolff, che lo usò nel senso dell'idea cartesiana, come atto conoscitivo in generale, comprendente sotto di sé idea, concetto e intuizione. Tale senso è anche quello fissato successivamente nell'opera di Kant.

Matematica

Per rappresentazione (o funzione) di un insieme E in un altro insieme E´ si intende una legge che fa corrispondere a ogni elemento x di E un elemento di ; viene indicata col simbolo E↔E´ e l'elemento è detto immagine di x in . Una rappresentazione importante per le proprietà di cui gode è la rappresentazione conforme, che è una rappresentazione tra due superfici che conserva gli angoli, che cioè a ogni coppia di curve della prima superficie fa corrispondere due curve dell'altra, formanti un angolo uguale a quello formato dalle prime due; una tale rappresentazione dicesi diretta se gli angoli oltre che in valore assoluto sono uguali anche in segno; altrimenti dicesi inversa. Esempio di rappresentazione conforme è la proiezione stereografica di una superficie sferica su un piano. Quando anziché gli angoli vengono conservate le aree, si parla di rappresentazione equivalente. Il termine rappresentazione viene anche impiegato quando si riesce ad associare a ogni ente astratto di una categoria (gruppo, reticolo, ecc.) un modello scelto in una classe (relativamente concreta). Si parla così di rappresentazione di un gruppo finito in un gruppo di sostituzioni; di rappresentazione di un gruppo finito con gruppi di matrici; di rappresentazione di un reticolo di Boole con un reticolo di insiemi, ecc. Con significati particolari: la rappresentazione grafica di una funzione y=f(x) è la traccia su un piano cartesiano dell'insieme dei punti P[x, f(x)] che soddisfano la funzione data; la rappresentazione geometrica dei numeri complessi è quella che si ottiene facendo corrispondere a ogni numero complesso x+iy il punto del piano di coordinate (x, y) rispetto a un fissato sistema di riferimento cartesiano ortogonale; i metodi di rappresentazione sono i metodi usati in geometria descrittiva per ottenere rappresentazioni piane di figure solide. Ne esistono essenzialmente due tipi: il primo tipo serve a dare una percezione intuitiva e immediata dell'oggetto rappresentato; tra questo primo tipo notevoli sono il metodo della prospettiva, o della proiezione centrale, e il metodo dell'assonometria. Il secondo tipo permette, a partire dall'immagine, di ricostruire i dettagli della figura rappresentata.

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