redentóre

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agg. e sm. (f. -trice) [sec. XIV; dal latino ecclesiastico redemptor-ōris]. Che redime; che vale a redimere: opera, virtù redentrice. Per antonomasia: il Redentore, Gesù Cristo, perché, secondo l'insegnamento cristiano, riscattò con il suo sangue l'umanità, liberandola dalla schiavitù del male conseguente al peccato originale (per questo il Cristo è detto anche “Nuovo Adamo”). L'opera di restaurazione da parte del Redentore, inserita da Paolo di Tarso nella dottrina del Corpo Mistico, fu compiuta mediante il sacrificio espiatorio e propiziatorio della crocifissione.

Festa del Redentore

Festa che si celebra a Venezia ogni anno nella terza domenica di luglio. Nata come celebrazione religiosa, la festa si ricollega a un voto fatto dal doge, a nome del Senato, durante la pestilenza del 1575, quando promise, appena la pestilenza fosse finita, di far costruire un tempio al Redentore. Sciolto il voto, già verso il 1576 iniziarono i lavori alla Giudecca. Ogni anno i fedeli si recavano in processione di ringraziamento alla chiesa del Redentore percorrendo un lungo ponte di barche (dalle Zattere alla Giudecca). Alla festa religiosa se ne è affiancata presto una profana che, tra canti, suoni, fuochi d'artificio e luminarie, si protrae fino all'alba.

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