ricévere

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v. tr. (prem. ricevéi o ricevètti) [sec. XIV; latino recipĕre, da re-, iterativo+capĕre, prendere].

1) Prendere, accettare ciò che vien dato, consegnato, offerto, mandato, trasmesso, fatto, concesso da altri, in riferimento a cose sia materiali, sia astratte: ricevere un regalo; ricevere una visita, un aiuto; riceverequalche cosa in dono, in prestito; ricevere una buona educazione.

2) Ottenere, riuscire ad avere: ricevere le lodi; ricevere un'alta onorificenza; ricevere gli applausi del pubblico. Per estensione, subire, essere l'oggetto di un'azione esterna: ricevere un affronto, un castigo; ho ricevuto solo umiliazioni; ricevere un bacio, un abbraccio. Di cosa, subire una certa azione o una data lavorazione: i mobili devono ancora ricevere l'ultima lucidatura.

3) Riferito a persona, ammettere, accogliere: ricevere un nuovo alunno nella scuola. In particolare, accogliere all'arrivo, andare incontro, rivolgersi in un dato modo a chi si presenta a noi: fu ricevuto a braccia aperte. Per estensione, ammettere alla propria presenza per una visita, un colloquio, un'udienza, una prestazione professionale: ricevere gli amici, i clienti. Assoluto, tenere ricevimento: la signora riceve il primo giorno di ogni mese.

4) Prendere, ammettere, assorbire in sé per trattenere o contenere: il fiume riceve molti affluenti; una stoffa che non riceve l'umidità; una sala che riceve circa mille persone. Per estensione, assumere, prendere dall'esterno: la stanza riceve luce dalla finestra; anche fig.: l'industria ha ricevuto grande impulso dalle scoperte scientifiche.

5) Di apparecchi elettrici, captare e rivelare l'energia emessa da una sorgente, i segnali telegrafici, telefonici, radioelettrici: questa radio non riceve le onde corte.

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