rumóre (lessico)

Indice

(lett. romóre), sm. [sec. XIV; latino rumor-ōris].

1) Qualsiasi vibrazione sonora di varia durata e intensità, per lo più sgradevole all'orecchio; suono a carattere non musicale: il rumore del tuono; il rumore del treno, degli spari; il rumore dei passi sul selciato; un rumore assordante, appena percettibile. Per le accezioni specifiche in acustica, elettronica e medicina, vedi alle singole voci. In particolare, suono indistinto di voci umane; baccano, frastuono: zitti, non fate rumore!; il rumore della folla al mercato. § Per il diritto civile i rumori costituiscono un'immissione che il proprietario di un fondo contiguo non può impedire, salvo che superino la normale tollerabilità tenuta presente la condizione dei luoghi. Per il diritto penale l'autore di rumori che disturbano il riposo e le occupazioni altrui o i pubblici trattenimenti è punito con l'arresto fino a tre mesi e con l'ammenda.

2) Fig., interesse, scalpore, gran numero di discussioni vivaci, di polemiche: il suo arrivo ha suscitato molto rumore in città; hanno fatto tanto rumore per nulla; un'opera che ha fatto molto rumore ai suoi tempi; mettere a rumore, suscitare molto interesse, mettere in stato di allarme: la notizia ha messo a rumore il mondo della scienza. Ant., voci di protesta, sedizione, tumulto; anche diceria, voce, chiacchiera; lett., fama, gloria: “Non è il mondan romore altro ch'un fiato/ di vento” (Dante).

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