Lessico

sm. [sec. XIII; latino sal salis].

1) Composto chimico che deriva dagli acidi per sostituzione, secondo le regole di valenza, dei loro atomi di idrogeno con atomi metallici o con gruppi, come per esempio il gruppo ammonio, NH4, che presentino un comportamento simile a quello metallico. Così, dall'acido solforico, H₂SO4, derivano per salificazione rispettivamente con il metallo monovalente sodio, con quello bivalente calcio e con quello trivalente alluminio il solfato di sodio, Na₂SO4, il solfato di calcio, CaSO4, e il solfato di alluminio, Al₂(SO4)₃.

2) Nome com. del cloruro di sodio cristallino destinato all'impiego domestico o alle tecniche di conservazione alimentare: sale grosso, fino; aringhe sotto sale; rivendita di sale e tabacchi; mettere il sale nella minestra; dolce di sale, insipido. È detto anche sale comune, da cucina o marino perché ottenuto principalmente dall'evaporazione dell'acqua di mare (vedi salina 1). Il sale che si rinviene allo stato di minerale è chiamato salgemma.

3) In usi fig.: restare di sale, allibito, di stucco (con allusione all'episodio biblico in cui la moglie di Lot viene trasformata in una statua di sale); lett.: sapere di sale, essere amaro, sgradevole, duro da sopportare. Come simbolo di senno e giudizio: non avere sale in zucca, essere privo di buon senso; intendere con un grano di sale, con accortezza, con discernimento. Meno comune, spirito, arguzia: un articolo senza sale, piatto, monotono; lett. al pl.: i sali, le piacevolezze che allietano il discorso o lo scritto.

4) Poetico ant., il mare: “l'alto sale” (Dante).

5) In mineralogia, per sale inglese o sale amaro, vedi epsomite.

6) In cosmetica, sale da bagno, prodotto atto a detergere e a tonificare la pelle, oppure a profumare semplicemente l'acqua; i sali con funzioni medicamentose si preparano sia concentrando idonee acque minerali naturali aventi attività farmacologiche, sia miscelando vari sali che attivino il ricambio o abbiano particolari funzioni (antinfiammatorie, calmanti, ossidoriduttive cellulari, ecc.).

Chimica: metodi di preparazione

I metodi di preparazione dei sali sono svariati: quelli dei metalli fortemente elettropositivi si possono ottenere per azione diretta del metallo sull'acido, come per esempio il solfato di zinco, ZnSO4, che si ottiene facendo reagire lo zinco metallico con acido solforico diluito, mentre l'idrogeno dell'acido si libera come idrogeno elementare gassoso. Altre volte si fa reagire l'acido con l'ossido o l'idrossido del metallo, e l'idrogeno dell'acido in questo caso si libera sotto forma di acqua, oppure ancora si utilizzano reazioni di doppio scambio, come per esempio quella tra cloruro di bario e solfato di zinco che porta a solfato di bario e cloruro di zinco. I sali sono tipici composti ionici: allo stato cristallino sono infatti costituiti da reticoli nei cui nodi si trovano gli ioni che costituiscono il sale, come per esempio per il cloruro di sodio, NaCl, che non è in realtà formato da molecole discrete NaCl ma da ioni Na+ e Cl-, i quali nel sale solido si alternano nello spazio formando un reticolo a celle cubiche, senza che ciascuno ione Na+ sia legato a un determinato ione Cl-. Quando un sale viene disciolto in acqua i suoi ioni migrano ciascuno indipendentemente e la soluzione è quindi quella di un tipico elettrolita. La sostituzione con il metallo degli atomi di idrogeno di un acido che ne contenga più di uno può essere soltanto parziale, e si ottengono allora i cosiddetti sali acidi o, secondo la moderna nomenclatura chimica, idrogenosali, come per esempio l'idrogenosolfato di sodio, NaHSO4, nel quale uno solo dei due atomi di idrogeno dell'acido solforico è sostituito dal sodio. Le soluzioni di questi sali contengono ioni H+ liberi e presentano quindi reazione acida. Si dicono invece sali basici o, secondo la moderna nomenclatura, idrossidosali, i sali nei quali il metallo satura le sue valenze in parte con anioni acidi e in parte con l'anione idrossido OH- caratteristico delle basi, come per esempio nel bicloruro di idrossibismuto, Bi(OH)Cl₂.

Chimica: sale comune

Nell'ultima fase della cristallizzazione nelle saline, oltre al cloruro di sodio, NaCl, precipitano sali di potassio e di magnesio, in particolare cloruro di magnesio, per cui il sale grezzo, onde renderlo più adatto a particolari impieghi, viene lavato con una soluzione salina che discioglie i composti del magnesio e del potassio. A questo punto il sale destinato all'uso alimentare viene ulteriormente raffinato per ricristallizzazione. In alcuni Paesi vengono posti in commercio a prezzo favorito, per la pastorizia e per gli usi tecnici, tipi di sale cosiddetto denaturato, ossia addizionato di piccole quantità di un composto estraneo atto a impedirne l'uso alimentare umano e a contraddistinguerlo. Il cloruro di sodio cristallizza in cubi trasparenti appartenenti al sistema monometrico; è solubile in acqua e costituisce la materia prima per ottenere tutti i prodotti che contengono cloro e sodio.

Economia

L'imposta sul sale, applicata in numerosi Paesi fin da tempi antichissimi, ha oggi perduto gran parte della sua importanza e rappresenta una quota assai modesta nelle entrate tributarie degli Stati che ancora la mantengono. Di per sé il sale si presta a una buona imposizione per l'universalità del consumo e per il basso prezzo di produzione che favoriscono il prelievo dell'imposta. In Italia la riscossione di tale imposta, in vigore fino al 1975, era ottenuta mediante le privative fiscali e l'applicazione di dazi all'importazione. Lo Stato aveva il monopolio per la fabbricazione e la vendita del sale e fissava il prezzo complessivo sul mercato, compresa la quota d'imposta che si aggirava sul 70% del prezzo di vendita. Prezzi di favore erano stabiliti per il sale destinato a scopi agricoli e industriali, mentre la fabbricazione del sale era libera in Sicilia e Sardegna e nei comuni di Livigno e Campione d'Italia.

Simbologia

Il sale, per le sue qualità preservatrici dalla corruzione, assunse il simbolo di forza spirituale capace di preservare dalla putredine del peccato e dalle forze del male: a Roma nel giorno ottavo dalla nascita di un bimbo, gli passavano sulle labbra un pezzetto di sale per tener lontani da lui i demoni e i geni del male. Presso gli antichi Ebrei il sale, in forza delle sue qualità saporanti che fanno gradire il cibo, diventava simbolo della gioia di ritrovarsi alla stessa tavola, per cui mangiare insieme il sale significava vivere in unione e fedeltà di sentimenti fraterni. Nel Vangelo Gesù raccomanda ai suoi discepoli di essere il “sale della terra”, di essere cioè forza capace di preservare gli uomini dalla putredine del peccato; nel sacramento del battesimo il sacerdote mette sulle labbra del battezzando un pizzico di sale pronunciando la formula “accipe sal sapientiae” a significare che la sapienza deve insaporare di sé tutta la vita dell'uomo.

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