sepolcràle

Indice

Lessico

agg. [sec. XIV; da sepolcro]. Di, da sepolcro: pietra sepolcrale. Fig., tetro, funereo: silenzio sepolcrale; anche cupo, cavernoso: voce sepolcrale.

Letteratura

Poesia sepolcrale: genere poetico sviluppatosi verso la metà del sec. XVIII in Inghilterra e successivamente diffusosi sul continente, nell'ambito del preromanticismo. Ispirandosi a temi quali le vicissitudini della vita, la morte, la solitudine della tomba e l'immortalità, e partecipando del contemporaneo interesse per il gotico e la natura nei suoi aspetti più pittoreschi e malinconici, il genere costituì un momento importante nella transizione dall'età della ragione all'età della sensibilità e poi al romanticismo. Iniziatori e capiscuola ne furono E. Young, con il lunghissimo poema didascalico e autobiografico The Complaint: or Night Thoughts on Life, Death and Immortality (1742-45; Il lamento: o pensieri notturni sulla vita, la morte e l'immortalità), e R. Blair, con The Grave (1743; Il sepolcro), ma l'opera di gran lunga migliore e più rappresentativa del movimento è la celeberrima Elegy Written in a Country Churchyard (1742-50; Elegia scritta in un cimitero di campagna) di T. Gray. In Italia ebbe grandissima risonanza, soprattutto su poeti come I. Pindemonte, U. Foscolo (Dei sepolcri), e G. Leopardi (nei due canti Sopra un bassorilievo sepolcrale e Sopra il ritratto di una bella donna).

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