Lessico

sf. [sec. XIV; latino tardo septimāna, f. sostantivato del latino classico septimānus, da septem, sette].

1) Divisione del tempo in un ciclo di sette giorni senza rapporto diretto con le fasi lunari: ti telefono in settimana; essere di buon umore sette giorni la settimana, sempre, tutti i giorni; il fine settimana, locuzione che traduce l'inglese week-end. Per estensione, periodo di sette giorni consecutivi: trascorrerò una settimana al mare. In particolare, settimana santa; settimana lavorativa, i sei giorni lavorativi dal lunedì al sabato; settimana corta, settimana lavorativa di cinque giorni; essere di settimana, fare dei servizi che toccano secondo un turno settimanale; settimana bianca, denominazione che viene riferita comunemente a un periodo, consistente generalmente in sei giorni e posto nella bassa stagione invernale, in cui gli alberghi di montagna praticano prezzi ridotti a sciatori o a persone che intendono trascorrere una vacanza sulla neve. § Il ciclo di 7 giorni adottato in origine dai Caldei, dai Babilonesi, dagli Ebrei, passò da questi ai Romani che fino al sec. I a. C. avevano usato un ciclo di 8 giorni, il nundinum, dal giorno di mercato (dies nundinalis); sempre i Romani attribuirono ai giorni i nomi di divinità, in un ordine probabilmente derivato da quello usato da Tolomeo per i pianeti: in tal modo il Lunae dies diventerà la Feria secunda per la Chiesa e lunedì in italiano e così di seguito il Martis dies, Feria tertia e martedì; il Mercuri dies, Feria quarta e mercoledì; lo Iovis dies, Feria quinta e giovedì; il Veneris dies, Feria sexta e venerdì; il Saturni dies invece per la Chiesa, prendendolo dall'ebraico, diventa Sabbatum e sabato in italiano; il dies Solis è dalla Chiesa trasformato in dies Domini o Dominica, domenica in italiano.

2) Paga di una settimana di lavoro.

3) Altro nome con cui è noto il gioco del mondo.

Settimana Rossa

Quella di sciopero (8-12 giugno 1914) verificatasi come protesta per l'uccisione di manifestanti da parte della polizia, dopo un comizio tenuto ad Ancona per ottenere la liberazione dell'anarchico A. Masetti. Da Ancona lo sciopero si propagò rapidamente a tutte le Marche, all'Emilia e alla Romagna. Fra le diverse tendenze politiche di sinistra (anarchici, socialisti, repubblicani) si strinse un'alleanza che diede vita ai “comitati d'azione”. Sconfessato dalla Confederazione generale del lavoro, il movimento di protesta si esaurì rapidamente.

Settimane sociali

Incontri di studio e di dibattito, a scadenza generalmente annuale, del movimento sociale cattolico italiano, sorte dal clima di riforme e di decollo industriale proprio dell'età giolittiana, dalla crisi dell'Opera dei Congressi e dall'istituzione di nuovi organismi cattolici quali l'Unione economico-sociale, l'Unione elettorale, l'Unione popolare. Su sollecitazione di quest'ultima, nel 1907, si svolse a Pistoia la prima Settimana sociale che, come molte in seguito, mise al centro del dibattito le questioni relative al mondo del lavoro, alla scuola, alle libertà civili e politiche in rapporto allo sviluppo della presenza pubblica della Chiesa. Si possono individuare quattro fasi nella storia delle Settimane sociali: la prima che va dal 1907 al 1913, in cui i cattolici rivendicano la loro legittimità ad agire nella vita della società civile; la seconda che va dal 1920 al 1934 (nella quale a una maggiore tematica sociale e politica dei primi anni a partire dal 1926 fa seguito una maggiore accentuazione dei temi dell'educazione e dell'unità tra i cattolici, che ben esprime le preoccupazioni della gerarchia cattolica dopo l'avvento del fascismo). Una terza fase riguarda il secondo dopoguerra (1945-70), in cui le Settimane sociali hanno costituito l'occasione privilegiata per il cattolicesimo italiano per confrontarsi con i temi delle trasformazioni politiche, economiche e sociali (quali l'organizzazione professionale, l'impresa, le migrazioni, il bene comune, le formazioni sociali e l'industrializzazione) anche a scala internazionale. La crisi degli anni Sessanta del secolo scorso che ha investito le organizzazioni ufficiali della Chiesa italiana ha contribuito, insieme ad altri fattori, a esaurire la forza propositiva delle Settimane sociali. Soltanto nell'aprile 1991 è iniziata una nuova serie di incontri, sostenuta da un rinnovato impegno della CEI (Conferenza episcopale italiana), apertasi con la XLI Settimana sociale, che ha avuto a tema la “nuova giovinezza dell'Europa”.

Settimana Santa

La settimana santa è quella che precede la Pasqua, a motivo dei misteri in essa celebrati: la passione-morte-sepoltura-risurrezione del Signore. Detta anche settimana maggiore, inizia con la domenica delle Palme e ha il suo culmine nel “triduo sacro”, cioè negli ultimi tre giorni, giovedì, venerdì e sabato, apice di tutte le celebrazioni dell'anno liturgico. In essa la comunità cristiana rivive il mistero di morte-risurrezione del Signore. Con ogni probabilità all'inizio si dava rilievo a questi giorni solo con uno stretto digiuno per rivivere la sofferenza della morte e la gioia della risurrezione. Ora ogni giorno del triduo pasquale ha una sua fisionomia caratteristica, ma è come una celebrazione unica in tre fasi del mistero pasquale di Cristo. Unità sottolineata ancora dal digiuno, obbligatorio al venerdì santo, raccomandato nel sabato. Il giovedì mattina nelle cattedrali i vescovi con i loro sacerdoti celebrano la messa del crisma per la benedizione degli oli. Il pomeriggio e la notte sono dedicati al ricordo dell'Ultima Cena e quindi all'istituzione del sacerdozio e dell'Eucaristia e al comandamento dell'amore. Vi si celebra una sola messa per ogni comunità, dopo la quale i fedeli sono invitati a sostare in preghiera e adorazione davanti al Santissimo Sacramento, posto in luogo speciale (impr. detto sepolcro). Nel venerdì santo si commemora la morte di Cristo: non si celebra la messa, ma solo un'azione liturgica nella quale si legge il racconto della passione, si prega per tutte le necessità della Chiesa e del mondo, si venera la santa Croce. Il sabato santo è giorno di “silenzio”, quasi una meditativa attesa accanto al sepolcro di Cristo. Nella notte del sabato si ha la conclusione del triduo con la celebrazione della Pasqua e si compiono questi riti: benedizione del fuoco, annuncio della Pasqua, letture, benedizione dell'acqua e amministrazione del battesimo e messa della risurrezione.

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