siceliòta

agg. e sm. e f. (pl. m. -i) [dal greco Sikeliotēs]. Nome dato dai Greci della madrepatria ai loro connazionali trasferiti nelle colonie in Sicilia. In particolare, ceramica , la ceramica a figure rosse prodotta in Sicilia nel sec. IV a. C. nel quadro della ripresa economica e politica del periodo timoleonteo. Le forme preferite, oltre ai crateri, sono i grandi skyphoi, le pissidi, le lékanai (recipienti con coperchio), le lḗkythoi a bottiglia; i temi decorativi più frequenti quelli di carattere teatrale, le scene del mito dionisiaco e le scene di toeletta femminile alla presenza di eroti. I pittori più notevoli sono quelli del gruppo di Lentini, del gruppo dell'Etna e del gruppo di Lipari, quest'ultimo caratterizzato da vivaci ritocchi di colore sovradipinto (verde, bianco, azzurro, rosso). La produzione cessò all'inizio del sec. III a. C., allorché si diffuse la ceramica policroma detta di Centuripe.

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