socializzazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XX; da socializzare].

1) Trasferimento della gestione della proprietà privata all'intera collettività.

2) Processo attraverso il quale un individuo o più individui che sono estranei alla cultura di una determinata società ne apprendono e ne assimilano, condividendoli, i caratteri fondamentali a livello di valori e di norme, di linguaggio, di stili di vita, di abilità e di competenze richieste ecc.

3) In psicologia, processo attraverso il quale il bambino si integra nel suo ambiente sociale, apprendendone progressivamente le norme, i valori e le modalità di comunicazione. Tale processo, che secondo la psicanalisi corrisponde al passaggio dal principio del piacere a quello della realtà, si verifica particolarmente nel momento del distacco dalla famiglia e dell'inserimento del bambino in gruppi sociali più ampi (come la scuola).

4) In etologia, processo di acquisizione della capacità di vivere in un gruppo sociale che si attua attraverso l'esperienza della vita di gruppo; per una buona socializzazione, in molte specie è necessario un periodo di contatto sociale in età precoce, analogamente a quanto avviene nell'imprinting, e gli animali che ne sono privati (lasciati cioè in stati di abbandono, isolamento e privazione) mostrano gravi difficoltà a inserirsi, in età adulta, in seno a un gruppo sociale.

Scienze politiche

È chiaro che potendo riferirsi tanto alla proprietà dei soli mezzi di produzione quanto a quella dei prodotti di beni e servizi, varie sono le forme di socializzazione proposte dai pensatori politici più radicali: dai modelli di comunismo assoluto dell'Utopia di T. Moro o della Città del Sole di T. Campanella, dove tutto doveva essere messo in comune compreso il nutrimento, alle proposte del socialismo scientifico marxiano in cui solo la proprietà dei mezzi di produzione – responsabili dello sfruttamento del lavoro umano – dovrebbe passare alla gestione collettiva. D'altra parte, nello stato moderno che ha assunto funzioni sempre più vaste e complesse anche di carattere economico, alcune forme di socializzazione parziale sono state realizzate, sia sotto forma di nazionalizzazione di alcuni settori produttivi (miniere, banche, siderurgia ecc.), sia come collettivizzazione delle terre. Si tratta comunque di socializzazioni parziali, visto che in simili casi la gestione delle imprese finisce per passare dai privati cittadini agli organi dello stato, e non già alla collettività nel suo complesso. Ancora più improprio è l'uso del termine socializzazione per indicare i numerosi fenomeni di gestione pubblica di alcuni settori sociali essenziali: telecomunicazioni, trasporti, sanità ecc.

Sociologia

Nell'ambito di tale scienza, la nozione di socializzazione ha implicazioni e applicazioni molto estese. Un sicuro punto di convergenza fra definizioni e impostazioni anche diversificate è rinvenibile nell'idea di socializzazione come processo che permette la trasmissione da una generazione all'altra di norme sociali. Norme che, a loro volta, rappresentano uno dei più importanti elementi di coesione e di riproduzione culturale di un gruppo umano. Questo processo si manifesta dunque nelle forme tradizionali dell'educazione (familiare, scolastica), ma anche come socializzazione politica o religiosa in cui la comunicazione fra generazioni non ha necessariamente carattere anagrafico, forma di “conversione” o di indottrinamento ideologico. La socializzazione può svilupparsi come interiorizzazione di regole e principi, producendo nel soggetto il desiderio di conformarsi ai modelli, ai valori, agli stessi stili di vita del gruppo cui appartiene. Ma la socializzazione può anche essere il prodotto di una più complessa interazione sociale, come sforzo dell'individuo di accordare la propria immagine – come egli la percepisce – alle aspettative della società. Solo così, infatti, ritiene di poter conseguire l'accettazione e la rispettabilità cui aspira. Le due nozioni di socializzazione sono state combinate entro un modello di sviluppo protratto nel tempo, che distingue una socializzazione della prima infanzia, condotta principalmente nel nucleo familiare; una socializzazione scolare e, infine, un progressivo processo – in età adolescenziale o adulta – di adeguamento a ruoli culturalmente definiti. Nelle società contemporanee, cosiddette complesse, si sviluppano agenzie di socializzazione sempre più differenziate e specializzate: sedi di formazione politica o sindacale, istanze di preparazione tecnico-funzionale a mansioni varie, ma anche socializzazione attraverso i media comunicativi, a cominciare dalla televisione, che impone modelli di consumo e rappresentazioni sociali (di desiderabilità, autorità, prestigio ecc.). A partire dagli anni Cinquanta e Sessanta del XX sec., una certa enfasi sull'onnipotenza della socializzazione come strumento di riproduzione della società è stata oggetto di critiche e contestazioni. Studiosi critici verso le tesi strutturaliste e funzionaliste hanno sottolineato come la socializzazione possa influenzare, più che determinare, i comportamenti individuali. La scuola interazionista, poi, ha evidenziato il carattere non unidirezionale del rapporto fra individuo e agenzie di socializzazione (famiglia, scuola, comunità politica), contribuendo ad affermare una rappresentazione più aperta, in cui la personalità, le convinzioni e i comportamenti individuali non sono più intesi come il prodotto preordinato e assolutamente coerente di una strategia di socializzazione.

Pedagogia

L'insegnamento socializzato fa perno sulle dimensioni sociali, cooperative e solidaristiche della condotta degli allievi e si sforza di condurle a sviluppi più stabili e più completi. Oltre che una modalità della didattica, la socializzazione è anche una concezione dell'educazione e della società nella quale essa vive. Implica quindi in primo luogo il sicuro radicamento della democrazia e della libertà. Con la socializzazione didattica, la collaborazione fra gli studenti subentra alla competizione. Di conseguenza cambia anche il ruolo dell'insegnante il quale diventa una sorta di guida, di consigliere per gli studenti, rinunciando alle connotazioni autoritarie, ma conservando intatte le proprie responsabilità educative. Tecniche socializzanti sono da considerare la ricerca e il lavoro di gruppo, la discussione, la lezione-dibattito, la comunità di lavoro, la tavola rotonda ecc.

Bibliografia

Per le scienze politiche

P. Battara, Dal fallimento dell'economia capitalista alla socializzazione, Roma-Milano, 1944; J. A. Schumpeter, Capitalismo, socialismo, democrazia, Milano, 1956; A. Carbonaro, Struttura sociale e socializzazione, Firenze, 1968; K. Korsch, Consigli di fabbrica e socializzazione, Bari, 1970.

Per la sociologia

S. Voinea, La socialisation, Parigi, 1950; E. Goffman, Asylums, Harmondsworth, 1961; K. Danziger, Socialization, Harmondsworth, 1971.

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