specìfico

agg. (pl. m. -ci) [sec. XIV; dal latino medievale specifícus, dal latino tardo specificāre, specificare].

1) Che riguarda la specie, che è proprio di una det. specie e serve a distinguerla dalle altre dello stesso genere: differenza specifica; caratteri specifici.

2) Relativo a un determinato settore di un'attività, di una disciplina e simile: una competenza, una cultura specifica. Per estensione, determinato, particolare, singolare: trovarsi di fronte a un caso specifico; anche preciso, concreto, non generico: fare delle accuse, delle promesse specifiche. In particolare: A) in diritto processuale penale, prova specifica, prova che permette di ricondurre il fatto all'imputato solo indirettamente mediante un nesso di causalità morale o materiale (per esempio ammissioni e dichiarazioni dell'imputato o dei testi); si contrappone alla prova generica, che attiene proprio al corpo del reato nel senso che da essa direttamente il giudice trae le proprie convinzioni (per esempio il cadavere dal cui esame si ricava esservi stato avvelenamento). B) In medicina, che presenta caratteristiche particolari; infezione, malattia specifica, che è dovuta ad agenti patogeni speciali e che presenta particolari caratteri anatomopatologici.

3) Di prodotto, in particolare di farmaco, che svolge un'azione preminente in un determinato campo, in particolare contro una data malattia; anche sm.: una lozione specifica per l'eliminazione della forfora; uno specifico contro la bronchite.

4) In metrologia, rif. a grandezze fisiche, per esprimere il rapporto fra la grandezza fisica in esame e il volume, come nel caso del peso e del volume specifico o il rapporto fra detta grandezza fisica e la massa, come nel caso del calore specifico. La tendenza metrologica successiva è, però, quella di sostituire tale aggettivo con un altro aggettivo che precisi la grandezza fisica a denominatore. Per esempio il termine massa specifica è stato sostituito dal termine massa volumica.