stìlo

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sm. [sec. XVI; latino stilus].

1) Asticella appuntita, per lo più di osso, d'avorio o metallo, usata nell'antichità per scrivere su tavolette d'argilla e, più tardi, su quelle cerate. Ormai disus. nel senso di stile come particolare modo d'esprimersi.

2) Per estensione, nome di alcuni arnesi o elementi strutturali a forma d'asta. In particolare: A) il braccio graduato della stadera. B) Gnomone, intendendo lo strumento nel suo complesso o anche intendendo la sola asta verticale. C) Stiletto. D) In botanica, porzione generalmente allungata che sovrasta l'ovario e che sorregge lo stimma. Ha diverse forme: claviforme, colonnare, petaloide, ecc. Può risultare intero o bifido o multifido e, riguardo alla sua posizione, può essere eretto, curvo, contorto o geniculato (ginocchiato). Come lo stigma, può essere caduco o persistente. Viene detto ginobasico quando è inserito fino alla base dell'ovario (famiglia Boraginacee). Al suo interno può essere presente un canale, o risultare pieno, ma in tal caso le cellule interne al tempo dell'impollinazione gelificano le pareti e vanno incontro a lisi, fornendo materiale nutritivo al budello pollinico. E) In zoologia: a) stilo cristallino, formazione bastoncellare, traslucida e gelatinosa dello stomaco dei Molluschi Bivalvi e Solenogastri e di alcuni Gasteropodi; durante la digestione ruota continuamente, macinando il cibo e avvolgendolo in cordoni che vengono convogliati alla ghiandola digerente e all'intestino, e contemporaneamente si dissolve, liberando enzimi atti alla digestione dei carboidrati; un nuovo stilo viene riformato periodicamente. b) Appendice della parte basale degli arti dei Sinfili e di alcuni insetti primitivi.