stìpo

sm. [sec. XVII; da stipare2]. Mobile in legno rettangolare, a forma di piccolo armadio, sostenuto da alte gambe o su basamento, destinato a contenere oggetti preziosi da collezione. § Probabilmente sviluppatosi dal cofano portatile e molto prossimo al caratteristico bargueño spagnolo (da cui potrebbe derivare), lo stipo fece la sua comparsa nell'arredamento italiano del Cinquecento, ispirandosi, nella parte anteriore, all'architettura delle facciate di palazzi e sfruttando l'uso di elementi quali colonnine, frontoni, archi, nicchie ecc., atti a celare cassetti e nicchie nei quali erano riposti gli oggetti da collezione. Nella produzione degli stipi furono famosi soprattutto gli artigiani toscani, dai quali gli ebanisti e decoratori francesi ripresero inizialmente modelli e forme che svilupparono poi originalmente nel cabinet, destinato ad avere larga fortuna in Francia nei sec. XVII e XVIII. Nella linea del gusto delle diverse tradizioni, lo stipo fu diffuso in Germania, nelle Fiandre e, dalla seconda metà del sec. XVII, in Inghilterra, dove ebbero successo i tipi decorati a intarsio o con lacche. Nel barocco italiano si affermarono, oltre ai più vecchi modelli di stipo decorati con pietre dure (Firenze, Palazzo Pitti), quelli adornati con statuine (i cosiddetti “stipi a bambocci” di produzione genovese) o con miniature e pitture su vetro. In questo periodo fu di moda lo stipo a doppio corpo, con cassetti nella parte inferiore e sportelli in quella superiore.

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