stùcco (sostantivo)

Indice

Lessico

sm. (pl. -chi) [sec. XIII; dal germanico stukki, pezzo].

1) Nome generico di varie miscele e composti plastici che servono a turare buchi, a livellare superfici, a eseguire ornamenti in rilievo. In particolare, materiale a base di scagliole e colla forte usato per rendere lisce superfici murarie che presentano buchi o scabrosità quando si vogliano attuare rivestimenti e, anche, per abbozzare modanature e rilievi di carattere ornamentale; stucco o mastice da vetraio, miscuglio di olio di lino con una parte di biacca e tre di creta, usato dai vetrai per fissare le lastre di vetro ai telai; plastico all'atto della sua preparazione, si indurisce dopo breve tempo se esposto all'aria; stucco da falegname, miscela di gesso e olio di lino impiegata per riempire e quindi livellare le connessure di infissi o mobili, per creare motivi decorativi e come preparazione a successivi trattamenti di verniciatura, doratura o lucidatura di superfici.

2) Per estensione, scultura, rilievo ornamentale realizzato con tale materia. Fig.: restare di stucco, rimanere sorpreso, sbalordito.

Arte

Lo stucco, largamente impiegato fin dall'antichità sia come semplice intonaco per rivestire pareti e altri elementi architettonici, sia come materiale per modellare sculture e rilievi, è costituito da una miscela di gesso e polvere di marmo (o sabbia), legata da acqua e da collanti vari, che offre notevoli vantaggi. Oltre a essere economica, tale miscela è facilmente lavorabile (in quanto molto duttile e asciugabile semplicemente all'aria) e particolarmente resistente agli agenti atmosferici. Lo stucco viene steso sulla superficie con spatole e pennelli e modellato anche con le mani, oltre che con stampi appositi nel caso di ornati a ripetizione; talvolta viene intagliato già asciutto. Spesso è fissato al muro da perni metallici (nel caso di figure in rilievo molto sporgenti) o da tralicci in legno (decorazioni a ripetizione). Rilievi in stucco sono documentati già in ambiente cretese (palazzo di Cnosso, ca. 1600 a. C.); nessuna testimonianza, se non testuale, si ha invece per la Grecia classica. In Etruria lo stucco fu utilizzato soprattutto come intonaco; le pareti della Tomba dei Rilievi a Cerveteri (detta anche Tomba degli Stucchi) presentano però anche la riproduzione in stucco a rilievo e dipinto di suppellettili domestiche e altri oggetti cari ai defunti. Lo stucco ebbe particolare diffusione nell'Egitto ellenistico, dove fu usato per sculture, rilievi e per la decorazione degli ipogei di Alessandria, e presso i Romani, che se ne servirono per decorare superfici esterne e soprattutto pareti, volte e soffitti di edifici termali, palazzi e ville (della Domus Aurea, della Farnesina, ora al Museo Nazionale Romano, della basilica sotterranea di Porta Maggiore, dei sepolcri dei Valeri e dei Pancrazi sulla via Latina, delle Terme Stabiane e delle Terme del Foro a Pompei) con figurine mitologiche intrecciate a motivi decorativi (le grottesche), festoni di frutta e fiori ecc. Tale apparato decorativo venne ripreso e ampiamente sviluppato nel Rinascimento a Roma da Raffaello e dai suoi seguaci (Giulio Romano, Giovanni da Udine, Perin del Vaga, Pirro Ligorio), diffondendosi in Italia e in Francia; due secoli dopo fu l'elemento base della decorazione architettonica neoclassica (G. B. Piranesi, R. Adam) in Europa e negli Stati Uniti. L'uso dello stucco per lunghi fregi stilizzati, con elementi geometrici, vegetali e animali fu invece assai diffuso nel Medioevo (Longobardi, Carolingi) e in tutta l'area islamica. Questa tecnica venne infatti particolarmente sfruttata in periodi e in civiltà che basavano la produzione artistica sull'abilità artigiana, o che perlomeno non consideravano quest'ultima intellettualmente e creativamente inferiore alle cosiddette “arti nobili”. In età barocca, per esempio, si fece un uso moderato dello stucco, rispetto al periodo rococò che lo sfruttò largamente per la decorazione di interni privati e religiosi (J.-A. Meissonnier, F. de Cuvilliés, G. Serpotta). In età moderna, a parte sporadici esempi (G. Ponti), lo stucco venne usato programmaticamente solo dal liberty.

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