studiòlo

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sm. [sec. XVI; dim. di studio].

1) Locale appartato, in genere di dimensioni ridotte, atto a conservare collezioni, opere d'arte, oggetti preziosi. Particolare significato assunse lo studiolo nel Quattrocento, come luogo deputato agli studi umanistici del signore: famosi sono lo studiolo di Federico da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino, rivestito di superbe tarsie lignee, e quello di Isabella Gonzaga nel Palazzo Ducale di Mantova, per il quale diedero opere A. Mantegna, G. Bellini, ecc. Diverso significato assunse lo studiolo del principe nel Cinquecento manierista (studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio a Firenze), quando decorazioni e raccolte si caricarono di contenuti esoterici, anche in relazione alla nascita di quelle raccolte di “meraviglie” o curiosità che avranno in seguito larga fortuna.

2) Mobile per scrivere a doppio corpo, provvisto nella parte superiore di una ribalta che cela, all'interno, una serie di piccoli cassetti e, nella parte inferiore, di sportelli. Lo studiolo comparve nell'arredamento italiano intorno alla metà del sec. XV ed ebbe grande diffusione nel Cinquecento. Dalla sua forma si sviluppò quella della scrivania propriamente detta.

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