suffragétta

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sf. [sec. XX; dall'inglese suffragette, da suffrage, suffragio]. Nei primi decenni del sec. XX, nome, insieme ironico e dispregiativo, dato alle donne che, unite in gruppi e associazioni, reclamavano il diritto di voto, allora esclusivamente riservato agli uomini. Fenomeno soprattutto anglosassone, l'associazionismo femminile a scopo di voto cominciò a organizzarsi in Inghilterra, dove sorse nel 1903 la Women's Social and Political Union fondata da Emmaline Pankhurst, che ne diresse a lungo anche il battagliero giornale Vote for Women. Nel 1904, sempre in Inghilterra, sorse l'International Women's Alliance e nel 1913 fu fondato negli Stati Uniti il National Women's Party. Tuttavia furono per primi i Paesi scandinavi a riconoscere alle donne il diritto di voto (Finlandia, 1906; Norvegia, 1907; Danimarca, 1915). Negli altri Paesi d'Europa e negli USA soltanto dopo la prima guerra mondiale il voto fu esteso alle donne.

F. Pieroni Bortolotti, Alle origini del movimento femminile in Italia, Torino, 1963; J. P. Charnay, Le suffrage politique en France, Parigi-L'Aia, 1965; J. M. Auber, La femme: antiféminisme et christianisme, Parigi-L'Aia, 1975; P. Gaiotti De Biase, La questione femminile, Firenze, 1982.

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