sumo

sm. [dal giapponese sumo]. Tipo di lotta giapponese nella quale vince chi atterra l'avversario o riesce a spingerlo fuori dall'area di lotta anche solo per una piccola porzione di piede. I lottatori normalmente superano il quintale di peso, indossano unicamente un perizoma a frange e, prima dell'incontro, osservano un rituale per cui cospargono di sale il luogo dove avverrà la lotta, recitano preghiere ed eseguono danze e azioni mimate di saluto che intendono essere anche una promessa di lealtà. L'incontro avviene entro i limiti di un cerchio: i lottatori si affrontano, cercando di squilibrarsi a vicenda con il peso dei propri corpi o con sgambetti, oppure di sollevarsi a vicenda o, infine, di spingersi oltre il cerchio di combattimento. Le origini di questo tipo di lotta risalgono alla prima metà del sec. VIII e ancora oggi si svolgono ogni anno in Giappone sei grandi tornei della durata di quindici giorni l'uno (con presenze giornaliere anche di 11.000 spettatori) che vengono annunciati con almeno 5 giorni di anticipo da banditori che, preceduti da tamburini, percorrono le vie delle città. Il sumo ha la sua massima espressione nello jominuki, un torneo di forza e resistenza in cui 5 lottatori si affrontano a vicenda finché uno solo risulti vincitore. Dalla fine degli anni Novanta, l'attività della International Sumo Federation (ISF) è principalmente rivolta al tentativo di introdurre il sumo, anche come sport dimostrativo, nelle discipline olimpiche. In Italia, la Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (FIJLKAM) ha inserito questa disciplina sportiva nella sua sfera di competenza. Questo interesse ha dato dei buoni risultati e, ai campionati mondiali del 1994 e del 1995, l'Italia è riuscita a iscrivere dei lottatori azzurri.

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